TRIESTE - «La concessione della cittadinanza italiana a Patrick George Zaki, il ricercatore egiziano dell'università di Bologna arrestato all'aeroporto del Cairo il 7 febbraio 2020 e da allora in carcere, non è affare del Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia».
La posizione della Lega è stata espressa dal capogruppo Mauro Bordin, dispiaciuto «per ciò che sta vivendo Zaki, crediamo si debba applicare ogni azione per la sua scarcerazione, ma parliamo di un ragazzo egiziano. Non basta che studi a Bologna perché ci sia una correlazione con la cittadinanza italiana, che invece è legata a ben determinati valori e principi su cui si fonda la nostra società». Claudio Giacomelli (FdI), ha sottolineato che «ci sono 60mila detenuti politici in Egitto. Speriamo tutti che il caso Zaki si risolva, ma la cittadinanza è altra cosa. Invece si può concordare sul fatto che anche se l'Italia gliela riconoscesse, per lui non cambierebbe nulla, il Governo si mostrerebbe inefficace allo stesso modo. Non possiamo lavarci la coscienza semplicemente con delle mozioni degli enti locali quando abbiamo lasciato, nello scorso Governo, che l'Egitto entrasse a far parte dell'Alto commissariato delle Nazioni unite per i diritti umani, la massima espressione internazionale dei diritti civili».