Trieste. Calci e pugni alla compagna, a Capodanno la morde allo zigomo: scatta il braccialetto elettronico

Lunedì 15 Gennaio 2024 di E.B.
Morsi, calci e pugni alla compagna: scatta il braccialetto elettronico

TRIESTE - La Polizia di Stato ha applicato il braccialetto elettronico ad un 29enne responsabile di maltrattamenti in famiglia. La Volante è intervenuta all'Ospedale di Cattinara, in quanto un operatore sanitario ha segnalato la presenza di una donna ricoverata per un’aggressione subita la notte di Capodanno per mano del compagno. Gli operatori hanno preso subito contatti con la vittima, la quale, con evidenti segni di lesione sul corpo e sul volto, ha riferito che, nel corso della notte di Capodanno, mentre si trovava con degli amici in un locale del centro città, ha iniziato una discussione verbale con il fidanzato. Nel corso della lite, avvenuta per motivi sentimentali, l’uomo ha perso la calma e ha morso la compagna allo zigomo procurandole un ematoma. A seguito di questo gesto, la donna ha deciso di tornare da sola a casa, ma nel corso della notte, il compagno è rincasato e l'ha scaraventata giù dal divano su cui si era addormentata iniziando a colpirla con calci, pugni e vari oggetti, tra i quali un tablet e una bottiglia di vetro.

Terminata l’aggressione, il 29enne è andato a dormire in camera da letto, mentre la donna, dolorante e impaurita, ha deciso di allertare i genitori che sono andati immediatamente a recuperarla per portarla via.

Tornata a casa e presi contatti con un medico di fiducia, la vittima, si è recata al Pronto soccorso per ricevere le cure del caso. Gli operatori hanno saputo dal personale sanitario che la giovane avrebbe trascorso la notte in ospedale e, infatti, il giorno dopo hanno trasmeso il verbale di dimissioni della donna con un referto riportante una prognosi di 40 giorni. La Procura della Repubblica ha aperto un fascicolo d’indagine, delegando personale del Commissariato San Sabba ad ascoltare la vittima, al fine di avere una descrizione più dettagliata dei fatti accaduti e per verificare l’eventuale presenza di pregresse violenze.

E' così emersa una grave situazione di maltrattamenti familiari che si protraeva da circa un anno, nel corso del quale, la donna era stata vittima di ingiurie, offese, minacce e reiterate violenze. L’uomo, geloso e possessivo, l’accusava di essere disadattata, tossicodipendente e la istigava al suicidio, riuscendo di fatto ad isolarla dagli amici e dalla famiglia. Ogni tre giorni circa vi erano umiliazioni ed episodi di violenza che la vittima però non aveva avuto il coraggio di denunciare. In un’occasione aveva deciso, a causa dei traumi ricevuti, di recarsi al Pronto Soccorso, ma in quella circostanza aveva deciso di non accusare il compagno limitandosi a riferire di essere caduta accidentalmente. A carico dell’indagato è scattato il divieto di avvicinamento alla donna e ai luoghi dalla stessa frequentati tenendosi ad una distanza non inferiore a 500 metri, nonché il divieto di comunicazione con la medesima e l’applicazione del cosiddetto braccialetto elettronico.

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