Migranti clandestini, botte a chi non cammina e sonnifero ai bambini: smantellata rete di passeur

Sulla rotta balcanica chi guidava i migranti operava brutalità per non avere "disturbi": probabilmente è ancora così

Mercoledì 28 Giugno 2023
Migranti clandestini, botte a chi non cammina e sonnifero ai bambini: smantellata rete di passeur

TRIESTE - Botte a chi non camminava, sonniferi ai bambini perché non facessero rumore, non piangessero, non si lamentassero: era, e probabilmente è ancora così, quello che facevano i passeur che "guidavano" i migranti sulla rotta Balcanica.

È quanto ha accertato la Dda di Trieste e la Polizia di Trieste in un'inchiesta che ha portato allo smantellamento di un'organizzazione dedita al favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. I passeur raggiungevano a piedi attraverso i boschi il confine tra Slovenia e Croazia per recuperare gruppi di migranti e accompagnarli, sempre a piedi, fino a Pomjan, in Slovenia. Si tratta di​ 13 soggetti di origine kosovara/albanese, dieci dei quali con stabile dimora nel capoluogo giuliano. Sono stati indagati anche ulteriori 13 soggetti anch’essi appartenenti alle stesse etnie.

Le indagini hanno avuto inizio nel novembre del 2021 a seguito di mirati accertamenti volti a verificare il passaggio a  Basovizza di eventuali autovetture che potessero essere utilizzate da soggetti dediti al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina attraverso il valico degli ex confini di Stato con la Slovenia (Pesek e Basovizza).

La Polizia ha attenzionato, in particolare,  quei veicoli che sono viaggiavano accoppiati in più occasioni in quanto i passeur di solito usano autovetture di staffetta seguite dai veicoli con a bordo i migranti irregolari.

Effettivamente sono stati registrati sistematici passaggi di coppie di autovetture in determinati orari della giornata, tanto da avvalorare l’ipotesi che le stesse potessero essere utilizzate per il trasporto illegale di migranti. Proficui sono stati anche gli interscambi informativi con la Polizia Slovena.  Gli accertamenti  hanno consentito da un lato la ricostruzione di molteplici episodi di trasporti illegali di migranti e, dall’altro, di svelare l’operatività di 26 soggetti facenti parte di un gruppo criminale dedito al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Una vera e propria associazione a delinquere con suddivisione di ruoli, nell’ambito della quale sono emerse alcune figure di vertice che si occupavano dell'organizzazione e predisposizione dei servizi per il recupero e trasporto dei migranti in Italia ed altre aventi ruoli di autisti e passeurs, impiegati secondo dei veri e propri “turni di lavoro”. I membri del gruppo aveva costituito inoltre una cassa comune, gestita da una donna appartenente all’organizzazione, coniuge e sorella di alcuni degli indagati. Il sodalizio aveva una nutrita flotta di autovetture, alcune delle quali di proprietà dei membri ed altre prese a noleggio. In alcune occasioni venivano utilizzati dei furgoni.

Il gruppo era in stretto contatto con un organizzatore, ancora non identificato e presumibilmente dimorante all’estero, che provvedeva a far giungere i clandestini sino al confine croato/sloveno, avvisando i membri del gruppo criminale della presenza di migranti da trasportare in Italia. In ore pomeridiane, quindi, una delle autovetture partiva da Trieste alla volta della località Pomjan (Slovenia) da cui, lasciati i passeurs, faceva immediatamente ritorno in Italia. A questo punto, i passeurs si addentravano a piedi nella zona boschiva attraverso la quale raggiungevano il confine tra la Slovenia e la Croazia (all’epoca dei fatti le arterie di comunicazione tra i due Stati erano ancora presidiati dalle Forze dell’Ordine) dove trovavano ad attenderli i migranti. Una volta recuperati i clandestini, questi venivano accompagnati, a piedi, seguendo percorsi boschivi, nuovamente fino alla località di Pomjan o zone limitrofe, dove venivano fatti salire a bordo di autovetture (con o senza staffetta) condotte da altri componenti del gruppo incaricati di raggiungere la città di Trieste, mentre i passeurs prendevano posto su autovetture diverse da quelle con a bordo i clandestini, viaggiando separatamente da quest’ultimi.

Il corrispettivo richiesto per ogni migrante trasportato ammontava tra i  200 e i 250 euro e, a volte, nella medesima giornata venivano effettuati anche più trasporti, nel corso dei quali poteva capitare che i migranti venissero percossi. In particolare, per come risultato da una conversazione captata, nel corso dell’attraversamento a piedi dei sentieri boschivi, il passeur racconta all’organizzatore che i migranti che stava accompagnando non volevano camminare, tanto che è stato costretto a picchiarli, aggiungendo che erano così alterati dall’ingente assunzione di bevande energetiche (evidentemente finalizzata ad ingannare il senso di stanchezza) che uno di loro, dopo aver ricevuto degli schiaffi, rideva. In altra occasione è stato evidenziato come i passeurs costringessero i bambini ad assumere dei sonniferi al fine di evitare l’eventualità che gli stessi potessero piangere durante le tribolate fasi del cammino notturno attirando, con ciò, l’attenzione di passanti o forze dell’ordine.

Nel corso dell’attività di indagine ed a riscontro della stessa, oltre alle 13 misure cautelari sono stati operati anche 7 arresti in flagranza di reato nei confronti di altri soggetti, facenti parte della medesima organizzazione.

«L'operazione condotta oggi a Trieste testimonia ancora una volta come il traffico di essere umani sia gestito da organizzazioni criminali senza scrupoli che perseguono i loro illeciti profitti non esitando a mettere a repentaglio la sicurezza degli stessi migranti, costretti a subire abusi e violenze». Lo ha detto il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi in riferimento all'arresto di numerosi soggetti ritenuti responsabili di associazione a delinquere transnazionale finalizzata al favoreggiamento dell'immigrazione clandestina lungo la rotta balcanica. «Percosse agli adulti e sonniferi somministrati ai bambini: è uno scenario drammatico quello che sta emergendo dalle indagini. Ecco perché va mantenuto alto l'impegno su ogni azione di contrasto ad una immigrazione incontrollata. Dobbiamo proseguire nella lotta a queste reti criminali, anche rafforzando la cooperazione internazionale con i Paesi terzi, per fermare i flussi irregolari ed offrire canali di ingresso regolamentati e sicuri» ha sottolineato il titolare del Viminale. «Alla magistratura e alle forze di polizia va il mio plauso per il grande impegno su questo delicato fronte» ha concluso Piantedosi.

Ultimo aggiornamento: 29 Giugno, 13:42 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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