TRIESTE - Trieste per un giorno come Palazzo Chigi.
LA STRETTA
È ancora troppo rischioso tornare all’applicazione piena del trattato di Schengen. E anche se all’orizzonte c’è la bella stagione, non si torna indietro. «Fino a quando sussisteranno i motivi alla base della scelta che abbiamo preso - ha detto Tajani al Gazzettino - la sospensione di Schengen andrà avanti. Non è un atto contro la Slovenia - ha proseguito il vicepremier - è un atto che serve solo a garantire la sicurezza, a fare un filtro, perché c’è una guerra in corso in Medio Oriente e dobbiamo impedire che ci siano infiltrazioni. Con le minacce che ci sono state, con l’allerta massima a cavallo di Natale, dobbiamo impedire che ci siano ingressi in Italia di terroristi, legati alla Jihad e all’Isis. I rischi ancora ci sono, dobbiamo fare di tutto perché possa essere garantita la sicurezza dei nostri concittadini. Il nostro unico obiettivo è quello di fermare potenziali terroristi che potrebbero entrare nel nostro territorio attraversando il confine italo-sloveno». Quanto invece alla revoca delle onorificenze a Tito, ha aggiunto: «Mi pare una scelta giusta. Era un dittatore che ha fatto uccidere tanti cittadini italiani, è stato discutibile conferirgli quella onorificenza e quindi se la si ritira non si fa niente di male».
La dichiarazione in un punto stampa al termine della cerimonia alla foiba di Basovizza a proposito della possibilità di revocare l’onorificenza di cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al merito della Repubblica italiana al maresciallo Tito. «Rendere onore ai caduti è un dovere, io l’ho fatto quando ero presidente del Parlamento europeo, lo rifaccio oggi come ministro, ma lo rifaccio soprattutto come italiano».
TENSIONI
Inevitabile anche un accenno alle tensioni internazionali e ai venti di guerra che ormai soffiano dall’Ucraina al Medio Oriente. Spazio in particolare alla crisi di Suez, con le navi dirette al Nord dell’Adriatico sempre più in difficoltà a causa dei continui attacchi ai convogli portati dai ribelli yemeniti Houthi. Interessati da vicino gli scali merci di Venezia e Trieste, due polmoni per la logistica del Nordest.
«Proteggeremo le nostre navi, non ci faremo intimidire, ci auguriamo che si possa presto arrivare a una soluzione positiva in quell’area e che si possa arrivare alla pace, anche se non è facile, e quindi disinnescare ciò che sta accadendo nello Yemen con i ribelli che attaccano i mercantili che passano nel Mar Rosso», ha assicurato il ministro degli Esteri Antonio Tajani facendo riferimento alla missione militare italiana nel Mar Rosso.