Il confine Nordest non riapre, Schengen resta sospeso. Tajani: «Impedire infiltrazioni della Jihad»

Domenica 11 Febbraio 2024 di Marco Agrusti
Il confine Nordest non riapre, Schengen resta sospeso. Tajani: «Impedire infiltrazioni della Jihad»

TRIESTE - Trieste per un giorno come Palazzo Chigi.

Trieste sede informale di un mezzo consiglio di ministri che colta l’occasione del Giorno del ricordo per la tragedia delle Foibe ha parlato anche d’altro. Delle emergenze di oggi, oltre ai drammi di ieri. Trieste che è sì città di Foibe e luogo ferito, ma anche avamposto di confine e capolinea della rotta balcanica. E non è slegata, vista la relazione simbolica tra i popoli di Italia e Slovenia nel giorno delle Foibe, la vicenda della sospensione del trattato di Schengen, scattata all’indomani dell’attentato firmato da Hamas che ha scatenato la controffensiva israeliana nella Striscia di Gaza. Sul tema è intervenuto il ministro degli Esteri, Antonio Tajani. In sostanza, il blocco della libera circolazione andrà avanti. 


LA STRETTA
È ancora troppo rischioso tornare all’applicazione piena del trattato di Schengen. E anche se all’orizzonte c’è la bella stagione, non si torna indietro. «Fino a quando sussisteranno i motivi alla base della scelta che abbiamo preso - ha detto Tajani al Gazzettino - la sospensione di Schengen andrà avanti. Non è un atto contro la Slovenia - ha proseguito il vicepremier - è un atto che serve solo a garantire la sicurezza, a fare un filtro, perché c’è una guerra in corso in Medio Oriente e dobbiamo impedire che ci siano infiltrazioni. Con le minacce che ci sono state, con l’allerta massima a cavallo di Natale, dobbiamo impedire che ci siano ingressi in Italia di terroristi, legati alla Jihad e all’Isis. I rischi ancora ci sono, dobbiamo fare di tutto perché possa essere garantita la sicurezza dei nostri concittadini. Il nostro unico obiettivo è quello di fermare potenziali terroristi che potrebbero entrare nel nostro territorio attraversando il confine italo-sloveno». Quanto invece alla revoca delle onorificenze a Tito, ha aggiunto: «Mi pare una scelta giusta. Era un dittatore che ha fatto uccidere tanti cittadini italiani, è stato discutibile conferirgli quella onorificenza e quindi se la si ritira non si fa niente di male». 
La dichiarazione in un punto stampa al termine della cerimonia alla foiba di Basovizza a proposito della possibilità di revocare l’onorificenza di cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al merito della Repubblica italiana al maresciallo Tito. «Rendere onore ai caduti è un dovere, io l’ho fatto quando ero presidente del Parlamento europeo, lo rifaccio oggi come ministro, ma lo rifaccio soprattutto come italiano». 


TENSIONI
Inevitabile anche un accenno alle tensioni internazionali e ai venti di guerra che ormai soffiano dall’Ucraina al Medio Oriente. Spazio in particolare alla crisi di Suez, con le navi dirette al Nord dell’Adriatico sempre più in difficoltà a causa dei continui attacchi ai convogli portati dai ribelli yemeniti Houthi. Interessati da vicino gli scali merci di Venezia e Trieste, due polmoni per la logistica del Nordest. 
«Proteggeremo le nostre navi, non ci faremo intimidire, ci auguriamo che si possa presto arrivare a una soluzione positiva in quell’area e che si possa arrivare alla pace, anche se non è facile, e quindi disinnescare ciò che sta accadendo nello Yemen con i ribelli che attaccano i mercantili che passano nel Mar Rosso», ha assicurato il ministro degli Esteri Antonio Tajani facendo riferimento alla missione militare italiana nel Mar Rosso. 
 

Ultimo aggiornamento: 12 Febbraio, 10:58 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci