TRIESTE - La salma di Leonardo Comelli, il giovane alpinista muggesano morto mentre tentava la difficile impresa di scalare il Laila Peak in Pakistan assieme ad un gruppetto di amici, non rientrerà più a casa. Già nei giorni scorsi, il recupero del corpo era stato reso impossibile a causa delle condizioni metereologiche avverse. Era stato rinviato a questa settimana ma una slavina si è abbattuta proprio nel punto in cui il 27enne è stato sepolto dalla neve dopo la caduta per 400 metri mentre giovedì scorso scendeva con gli sci. Il giovane alpinista è stato inghiottito dalla neve e dal ghiaccio. E' stato l'ambasciatore italiano in Pakistan a comunicare alla famiglia del giovane che il suo recupero non sarà più possibile.
Il luogo si trova a circa 5mila metri d'altezza: la giacca rossa usata da due amici di Leonardo per segnalare il punto in cui si trovava il corpo del ragazzo è stata ricoperta dal crollo di un seracco. Il 27enne sarebbe stato cremato al campo base e i funerali celebrati a Muggia, aperti a tutti. A Enrico Mosetti, Zeno Cecon e Carlo Cosi non resta ora che rientrare in Italia, molto provati e addolorati, dopo aver tentato tutto il possibile. Leonardo amava troppo la montagna e nessuno lo poteva fermare, così ha dichiarato nei giorni scorsi papà Luciano. E la montagna se l'è preso, quella stessa che il giovane ha sempre voluto affrontare con coraggio e grande spirito d'avventura.
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