Caro energia. I soldi non bastano più. La Regione Friuli Venezia Giulia a caccia di fondi per le aziende

Venerdì 9 Settembre 2022 di Marco Agrusti
Caro energia. I soldi non bastano più. La Regione Friuli Venezia Giulia a caccia di fondi per le aziende

Sono tanti, ma non bastano. Perché la crisi è adesso, e il rischio di non superarla questa volta non è solo figlio dell'allarmismo o di qualche titolo di giornale urlato. C'è davvero. E allora la Regione prova a spremere tutto quello che ha, dopo aver stanziato 40 milioni in assestamento e aver fatto passare in Commissione europea il regime quadro per gli aiuti energetici, il Friuli Venezia Giulia busserà alle porte di Confidi, Friulia e Fvg Plus. Per cercare altri finanziamenti da girare immediatamente alle aziende.

Subito, prima dell'autunno, prima della tempesta.


LA STRATEGIA
Ieri si è riunito il tavolo energetico in Regione. Una specie di gabinetto di guerra, ormai. Cpotavola il presidente Fedriga, con gli assessori Bini e Scoccimarro. E ad ascoltare (ma non solo) le categorie economiche, da Confindustria agli artigiani, dai commercianti al turismo. «Stiamo cercando altri soldi per le nostre imprese - ha ammesso l'assessore Bini - e quello del Confidi è lo strumento più diffuso sul territorio. Abbiamo bisogno di misure a brevissimo termine, abbiamo ascoltato il grido di dolore delle categorie economiche». Gli aiuti che cerca ora la Regione sono finanziari. Scivoli agevolati per le fidejussioni, apertura sul credito. Cose così.


AMBIENTE
Sul medio periodo, invece, grande attenzione per le comunità energetiche, come ha sottolineato l'assessore Scoccimarro. Si tratta di reti che mettono assieme piccoli produttori di energia rinnovabile, per creare delle sinergie votate al risparmio. «A breve sarà pubblicato un avviso rivolto agli enti locali del Friuli Venezia Giulia per la costituzione delle comunità energetiche - ha chiarito Scoccimarro -. Per queste finalità in assestamento è stata stanziata una cifra di ben 8,5 milioni di euro».


IL MESSAGGIO
«È molto forte la preoccupazione per i mesi che abbiamo davanti. In questo momento tutti i dati segnalano un rischio recessione per il continente europeo - ha detto in apertura il presidente Fedriga -. È fondamentale che l'Unione europea adotti immediatamente un piano di intervento tampone che metta in gioco importanti risorse pubbliche e che modifichi le regole, oggi inaccettabili, della borsa energetica e del mercato di questo settore a livello nazionale e internazionale. Nel frattempo, oltre a utilizzare ogni strumento a sua disposizione per sostenere l'intero tessuto economico e le famiglie del Friuli Venezia Giulia, la Regione continuerà ad appoggiare tutti i progetti che puntano sulle alternative e rinnovabili». Chiesto anche l'alleggerimento delle norme paesaggistiche.


LE CATEGORIE
Confindustria Alto Adriatico ha proposto che il tavolo diventi permanente come fu per il Covid. «Occorre impegnare tutte le risorse disponibili ha detto il vicepresidente Zamò inventando, se necessario, strumenti inediti per dilazionare i costi dell'energia in questo frangente terrificante: penso a un fondo ad hoc col coinvolgimento di Friulia; in tempi come questi le regole possono anche essere cambiate». Confindustria Udine ha prodotto un documento con proposte da portare a Roma. «Estendere i crediti di imposta per gas e elettricità, attuare le misure di Gas release ed Electricity release ossia il rilascio, a prezzi stabiliti tramite contratti pluriennali, della produzione nazionale, rispettivamente, di gas e di energia rinnovabile, individuazione aree idonee per lo sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili, creazione di aggregazioni di carattere consortile, eccetera. Inoltre, ci sono tutta una serie di proposte, già depositate in Regione nel marzo 2022, sempre su Fer, efficientamento energetico, teleriscaldamento, combustibile da rifiuti, eccetera».

Ultimo aggiornamento: 15:21 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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