Mezzo milione di persone a Nordest sono in condizioni di povertà energetica. Questo significa che fino a 200.000 famiglie in Veneto e 80.000 in Friuli Venezia Giulia non riescono a utilizzare con regolarità l'impianto di riscaldamento d'inverno e il sistema di raffrescamento d'estate, inoltre non dispongono di elettrodomestici ad elevato consumo come lavastoviglie, lavatrice, asciugatrice, aspirapolvere, forno elettrico e microonde. A dirlo è l'analisi condotta dall'ufficio studi della Cgia di Mestre, sulla base dei dati raccolti dall'Osservatorio in materia istituito dall'Università di Padova, relativi però ancora al 2020 e dunque verosimilmente sottostimati.
Povertà energetica, i dati
A queste latitudini il fenomeno è meno grave rispetto al resto d'Italia, dove complessivamente sono 9 milioni i cittadini in difficoltà, con punte nel Mezzogiorno del 24%-36% di povertà energetica rispetto al totale dei nuclei familiari.
Famiglie più a rischio
Sul piano sociodemografico, la vulnerabilità energetica vede alloggi in cattivo stato di conservazione, in cui il capofamiglia è giovane, spesso inoccupato e/o immigrato. Il profilo include poi un tratto molto nordestino: «L'aumento esponenziale dei prezzi delle bollette previsto per il prossimo autunno potrebbe peggiorare notevolmente la situazione economica di tantissime famiglie, soprattutto quelle composte da autonomi, soprattutto nel Veneto e anche nel Friuli Venezia Giulia», evidenziano gli analisti guidati da Paolo Zabeo. A questo proposito l'associazione di categoria ricorda che il 70% degli artigiani e dei commercianti lavora da solo, di conseguenza non ha né dipendenti né collaboratori familiari. Partite Iva che, rileva ancora l'indagine, «stanno pagando due volte lo straordinario aumento registrato in questi ultimi 6 mesi dalle bollette di luce e gas»: la prima come utenti domestici e la seconda come piccoli imprenditori, affrontando cifre da record «nonostante le misure di mitigazione introdotte dal governo Draghi».