Febbre del Nilo, primi due casi nel Trevigiano: contagiata una coppia

Giovedì 1 Agosto 2019
Febbre del Nilo, primi due casi nel Trevigiano: contagiata una coppia
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CASALE SUL SILE - Esplode la stagione della Febbre del Nilo. Ieri sono stati registrati i primi due casi nel trevigiano: un uomo di 46 anni e una donna di 45, entrambi residenti a Casale sul Sile, sono stati colpiti dal virus del West Nile. Nelle prossime ore verrà effettuata una disinfestazione straordinaria contro le zanzare in un raggio di 200 metri dalle loro abitazioni. La conferma è arrivata nel pomeriggio dai laboratori dell'azienda ospedaliera di Padova. L'uomo e la donna presentavano sintomi simili influenzali: febbre, mal di testa e dolore alle articolazioni. Non sono passati per il pronto soccorso. Si sono rivolti al loro medico di famiglia. E questo li ha inviati direttamente ai laboratori di Padova. Qui i sospetti sono stati confermati.
 

Le condizioni di salute del 46enne e della 45enne non destano preoccupazioni.

Entrambi stanno recuperando, grazie anche alla terapia di supporto per abbassare la temperatura (non ci sono cure specifiche per il West Nile). Fatto sta che i primi due casi rappresentano un campanello d'allarme. Il virus trasmesso dalle zanzare comuni è pericoloso in particolare per le persone anziane o per quelle con patologie pregresse e difese immunitarie basse. «Il medico di famiglia ha inviato i due pazienti ai laboratori di esami di Padova spiega Monia Pacenti, medico dell'azienda ospedaliera patavina quello di rivolgersi ai laboratori esterni per consulenze infettivologiche, su indicazione del proprio medico, è uno dei canali possibili. Anzi, si cerca di incentivarlo». I due casi trevigiani di West Nile si sommano a quello già registrato a Padova. Qui è stato colpito un anziano che è tutt'ora ricoverato in ospedale. Un altro caso, poi, è emerso nella zona di Rovigo. Ad oggi sono in tutto quattro in Veneto. PREVENZIONE La prevenzione è l'unica arma possibile contro il virus di origine tropicale, ormai endemico anche nella Marca. Riducendo il numero di zanzare, in buona sostanza, si va a ridurre il rischio di nuovi contagi. Il virus che causa la Febbre del Nilo, che parte dagli uccelli migratori, viene trasmesso all'uomo dalle zanzare comuni (tipo culex). Mentre non si trasmette da persona a persona. Dal momento della puntura di una zanzara infetta, la malattia ha un periodo in incubazione che può variare da una a due settimane. M.Fav © RIPRODUZIONE RISERVATA

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