Arte, cultura e vino: il progetto di Giusti un "ponte" fra il Montello e l'America Foto

Martedì 15 Febbraio 2022 di Gigi Bignotti
La cantina

NERVESA (Treviso) - Arte ed enologia, connubio intrigante e di grande potenzialità: lo ha capito da subito l’imprenditore italo-canadese Ermenegildo Giusti tornato da Oltreoceano sul Montello poco più di vent'anni fa con l'idea di “far conoscere al mondo i nostri grandi vini, i veneti in particolare”. Lo sbarco in terra di Marca, o meglio, il ritorno per lui nativo di Volpago, è datato anno 2000 quando acquista i primi due ettari di terreno agricolo. Il patron del colosso canadese Giusti Group, leader nel settore costruzioni nella West Coast, ha in testa un progetto ambizioso ma che richiede tempo. Così l’impianto del primo vigneto avviene nel 2006 e subito dopo prende avvio un piano di investimenti che ha portato la Giusti Wine agli attuali 100 ettari di proprietà, divisi in 10 diverse tenute, ovviamente sul Montello - in comune di Nervesa - e in Valpolicella dove gestisce due appezzamenti in cui produce Amarone e Ripasso superiore

Le origini
La famiglia di Ermenegildo è di antiche origini contadine (anche se di casata nobile) e da sempre interessata alla viticoltura: i primi vigneti risalgono al 1870. Il padre Augusto, nato peraltro in Francia (altro segno del destino), produceva vino sul Montello e anche la famiglia della moglie, Maria Vittoria, coltivava glera, bianchetta e verdiso. Nei primi anni 70, appena 19enne, il giovane Ermenegildo con in tasca poche lire e il solo diploma di terza media emigra in Canada, a Vancouver, assieme al fratello più giovane col sogno di diventare imprenditori: comincia a costruire case in stile canadese, fondando una piccola ditta a Calgary, nel 1974.
Grazie a creatività italiana e tanto lavoro l'impresa cresce: oggi ha 7 diverse divisioni e fattura oltre 250 milioni di dollari. Il Canada nel 2007 gli assegna la laurea honoris causa in dottorato del lavoro, ingegneria edile insieme agli atenei di Venezia, Padova e una Università statunitense. 
Il legame con la terra d’origine non si è mai reciso. E quando torna e investe nel vino, decide di valorizzare il suo territorio puntando inizialmente sulla glera e altre varietà autoctone quasi in estinzione, come la recantina. «Ho trovato aree abbandonate e incolte, tesori storici e architettonici dimenticati. Per me, invece, è vitale che il paesaggio e la terra siano in armonia con la natura e la storia». Ed eccolo recuperare l’Eremo di San Girolamo, restaurare la mistica Abbazia benedettina di Sant’Eustachio, sopra Nervesa, distrutta nella Prima Guerra Mondiale dagli Austriaci durante le battaglie del Piave: un luogo simbolo della cultura dove nel 1550 mons. Giovanni Della Casa scrisse il Galateo.

La cantina
Il quartiere generale della Giusti è la cantina ipogea che si sviluppa su 5 piani (fino ad 8 metri sotto terra) opera di grande architettura progettata da Armando Guizzo, professionista trevigiano esperto di paesaggio, che ha richiesto un investimento di 15 milioni di euro e 5 anni di lavoro: due per le autorizzazioni, uno per il progetto esecutivo e altri due per la realizzazione.

La cantina è in totale armonia col paesaggio sottoposto peraltro a vincoli ambientali. Riproduce il movimento delle colline, è sovrastata da un vigneto che la integra al meglio nel paesaggio. 


Il percorso all’interno è spettacolare e curato nei minimi dettagli impreziosito da una piazzetta interrata, ornata da alberi e un velo d’acqua a cascata, per salire poi sul belvedere dove godere della vista sui vigneti e della millenaria Abbazia di Sant’Eustachio.
E si trova proprio ai piedi dell’Abbazia, nel cuore della tenuta Sienna, il vitigno dell’Asolo Prosecco Superiore, cavallo di battaglia delle bollicine dell’azienda anche se ora sta investendo anche sui rosè. 
Nel sotterraneo della Tenuta Abazia, a poche centinaia di metri dalla cantina, si trova la barricaia, dove riposa per 30 mesi in barrique di rovere l’Umberto I, fiore all’occhiello della cantina Giusti, un taglio bordolese.

Le tenute 
La Giusti Wine è un mosaico di 10 tenute: 7 in collina (Abbazia, Amelia, Ava, Aria Valentina, Maria Vittoria, Emily e Sienna), 3 nella pianura a destra della Piave (Rosalia, Rolando, Case Bianche).
Ognuna ha una storia alle spalle: l'Amelia, ad esempio, è sovrastata  da 11 querce ed è dove, durante la Prima Guerra Mondiale, il giovane pilota canadese Donald Gordon McLean, precipitò e perse la vita a soli 19 anni. A lui Ermenegildo Giusti ha dedicato un monumento realizzato dall’artista Armando Barbon. La famiglia Giusti ha poi finanziato la ricostruzione del biplano inglese, il Sopwith Camel MT2494.


Nelle lavorazioni in campagna, grande attenzione viene data alla sostenibilità ambientale, al ripristino della vegetazione originale, alla cura dei boschi e alla tutela delle acque. La raccolta delle uve viene fatta esclusivamente a mano, la viticoltura è studiata per ridurre al minimo l’impatto ambientale e le vecchie vigne vengono sempre recuperate per non perdere il bagaglio storico: la Giusti ha ottenuto nel 2019 la certificazione Sistema di Qualità Nazionale Produzione Integrata per bontà delle uve e pratiche virtuose e sostenibili messe in campo nelle produzioni. Tra i prodotti dell’azienda incuriosisce e spicca il taglio “montelliano”, l’Umberto I, da uve Merlot, Cabernet Sauvignon e Petit Verdot.  Ma davvero interessante è il recupero della Recantina, antico vitigno che da documenti datati 1874 risulta tra le uve rosse più coltivate 7 comuni della marca per un totale di 28.815 ettolitri di vino prodotti. A partire dal 1900, nessuno ne parla più pare perchè colpita dalla filossera. Giusti sta dando un contributo determinante per il rilancio di questo vitigno e il suo Augusto ha sapori davvero.. imperiali con note fruttate e floreali, acidità equilibrata  e tannini dolci.

Ultimo aggiornamento: 14:38 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci