Villa Sandi, fatturato record di 41 milioni di euro ma è allarme vetro: «Non si trovano bottiglie»

Sabato 14 Maggio 2022
Giancarlo Moretti Polegato

TREVISO - Villa Sandi mette a segno un primo quadrimestre da record con una crescita del fatturato del 31% intorno ai 40 milioni ma il presidente del gruppo trevigiano Giancarlo Moretti Polegato avverte: «Rischio di altri aumenti di vetro e imballaggi, penalizzate soprattutto le piccole aziende». Ed è allarme tra i distillatori e i produttori di grappa: «Non si trovano bottiglie e i rincari stanno mettendo a rischio il nostro settore, chiediamo al governo di ridurre l'accisa».


«Gli Stati Uniti si avviano a diventare il nostro primo mercato all'estero e siamo positivi per l'anno in corso dopo il record di 121 milioni di fatturato nel 2021, ma sul mercato ci sono tante incertezze - sottolinea Moretti Polegato in partenza per la fiera Prowein di Dusseldorf -.

Difficile poter assorbire altri aumenti dei costi dopo i due già registrati a gennaio e aprile che hanno portato i nostri listini a salire del 15-20% e non credo che possiamo far scattare altri rincari. In generale vedo problemi nelle forniture per esempio di bottiglie di vetro: noi riusciamo a gestirli perché siamo un'impresa strutturata, per i piccoli produttori è dura».


PICCOLI A RISCHIO
È proprio di ieri l'allarme dei distillatori italiani, che non riescono a trovare bottiglie per i loro prodotti come la grappa e subiscono incrementi di costi mai visti in passato e hanno chiesto aiuto al Ministro Giorgetti per superare questo momento di crisi. «Senza adeguati ed immediati interventi da parte del governo il settore distillatorio rischia una profonda crisi dalla quale probabilmente molte aziende non riusciranno a risollevarsi», il messaggio contenuto nella lettera inviata al ministro Giorgetti da AssoDistil, l'associazione nazionale dei distillatori di alcole ed acquaviti: «Oggi le aziende devono fronteggiare un aumento dei costi del metano di oltre il 400% nei primi 4 mesi dell'anno oltre a rincari medi dei prezzi delle materie prime agricole di oltre il 50% in un anno, alcune prodotte proprio in Ucraina. In questo scenario, le aziende produttrici delle prestigiose acquaviti e liquori nazionali, come la grappa, già pesantemente penalizzate durante la fase acuta della pandemia Covid 19, oggi si trovano a dover fronteggiare anche il caro vetro (con aumenti del 15% solo in aprile) nonché problemi di approvvigionamento. A tutto questo si aggiunge l'impatto dell'aumento dei costi del packaging, dei trasporti e la difficoltà a rinegoziare durante l'anno le condizioni contrattuali con la grande distribuzione». Secondo l'associazione le mosse del governo fino a oggi hanno dato un sollievo solo temporaneo e impediscono alle aziende di programmare il futuro. «È necessario un intervento del governo più deciso - il commento di Sebastiano Caffo, presidente del Consorzio Nazionale Grappa - la soluzione può essere una riduzione dell'accisa sulle bevande alcoliche tradizionali italiane, come le Grappe Ig e gli amari, di almeno 2,5 euro al litro».
M.Cr.
 

Ultimo aggiornamento: 14:48 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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