TREVISO - Nuova campagna vaccinale anti-Covid per oltre 20mila trevigiani. Si parte il 16 ottobre. L’Usl della Marca ha già messo a punto l’organizzazione. In questa prima fase il vaccino contro il Coronavirus verrà proposto - l’adesione è su base volontaria - agli anziani ospiti delle case di riposo e agli operatori che lavorano nelle stesse strutture. Ad oggi fortunatamente non si registrano particolari focolai: sono in tutto 72 gli anziani delle Rsa trevigiane positivi al Covid, ma distribuiti in diverse sedi. Poi si passerà al personale dipendente dell’azienda sanitaria, impegnato in primis nei reparti degli ospedali, e ai pazienti ricoverati particolarmente fragili a causa di altre patologie. A conti fatti, sono in tutto più di 20mila le persone potenzialmente vaccinabili contro il Covid. Oltre 6.500 anziani che vivono nelle Rsa. Più quasi 7mila operatori. A questi si aggiungono oltre 9mila professionisti dell’Usl, anche se nel totale ci sono pure gli impiegati e chi si occupa di servizi non direttamente sanitari, e i pazienti fragili in arrivo negli ospedali.
LA LINEA
«Dal 16 ottobre il vaccino anti-Covid verrà proposto nelle case di riposo per gli anziani e gli operatori – conferma Francesco Benazzi, direttore generale dell’Usl della Marca – e di seguito faremo lo stesso con i nostri operatori». Stavolta non ci sono obblighi: i professionisti in servizio negli ospedali che non intendono vaccinarsi non rischieranno di essere sospesi dal lavoro, con annesso taglio dello stipendio, come accaduto nel pieno dell’emergenza sanitaria. Il clima è diverso. La vaccinazione, comunque, resta consigliata. Innanzitutto per non rischiare di contagiare pazienti già costretti ad affrontare altri delicati problemi di salute. Dopodiché la vaccinazione anti-Covid potrà essere eventualmente aperta a tutta la cittadinanza. Fermo restando che per il momento non c’è una raccomandazione diretta.
L’ALTRO FRONTE
Sempre il 16 ottobre prenderà il via anche la campagna per la vaccinazione contro l’influenza stagionale. In questo caso sono circa 200mila i trevigiani che potranno chiedere di immunizzarsi gratuitamente, tra over60, persone fragili, personale sanitario e operatori di servizi di primario interesse. L’organizzazione definita dal servizio Igiene e sanità pubblica dell’Usl prevede un approccio territoriale: i medici di famiglia saranno chiamati a vaccinare le persone con più di 60 anni e i pediatri i bambini dai 6 mesi ai 6 anni. In alcuni ambulatori è già stato messo a punto un sistema a fasce, in base all’iniziale del cognome, per gestire gli appuntamenti evitando code. «La maggior parte delle vaccinazioni contro l’influenza verrà fatta dai medici di famiglia e dai pediatri sul territorio, che ringraziamo per la disponibilità», dice Benazzi. Poi subentrerà l’Usl, in seconda battuta, per vaccinare tutti gli altri: dalle persone fragili ai professionisti della sanità, fino alle persone impegnate in servizi pubblici di primario interesse collettivo. Per questi verranno attivati 11 centri vaccinali. Per accedere sarà necessario prenotare attraverso la sezione dedicata nel sito internet dell’azienda sanitaria. Per il distretto di Treviso ci sono i centri della Madonnina nel capoluogo, via Manin a Oderzo, via dei Giuseppini a Spresiano, piazza Tobagi a San Biagio e via Gramsci a Preganziol. Nel distretto di Asolo, di seguito, i centri di via Dante ex Inam di Montebelluna, via dei Carpani a Castelfranco, via Roma a Valdobbiadene e via Malombra ad Asolo. Nel distretto di Pieve di Soligo, infine, il centro di via Galvani a Conegliano e quello di via Foro Boario a Vittorio Veneto. Si punta a coprire il 75% delle persone a rischio. Questo, almeno, è l’obiettivo della campagna antinfluenzale. Nel trevigiano, però, fino ad ora non ci si è mai avvicinati.
