NERVESA (TREVISO) - Su Casa Zero si profila l'ombra del fallimento. Certezze al momento non ce ne sono, ma gli indizi a disposizione delle centinaia di proprietari confluiti nel gruppo Facebook "Quelli che aspettano Casa Zero", azienda con sede a Nervesa, sono tali da far temere che le prospettive di un rilancio dell'azienda che ha in mano i loro interventi di ristrutturazione, avviati sulla base del 110%, siano ormai davvero ridotte al lumicino. «Con riferimento alla procedura numero 39/2022 riguardante Gruppo Zero Srl - recita un messaggio di Michele Valle, amministratore ed esperto del gruppo - venerdì 30 dicembre la Società debitrice ha depositato in cancelleria atto di rinuncia al ricorso ex articolo 44, attesa la mancanza delle condizioni necessarie per presentare un piano e una proposta di concordato preventivo in continuità aziendale.
Incontri e verifiche
Il gruppo Zero, società contenitore del consorzio Casa Zero, infatti, due mesi fa aveva chiesto al Tribunale di Treviso di accedere al concordato preventivo per ripianare i debiti. Il tribunale aveva nominato subito un commissario giudiziale, il dottor Danilo Porrazzo, che aveva avviato incontri e verifiche.
Gli appelli inascoltati
«Per noi e anche per molti ex dipendenti - commenta lo stesso Valle - è stata una doccia fredda, perché in diverse sedi affermavano di lavorare sul piano giorno e notte». E aggiunge: «Purtroppo senza risposte da parte della politica siamo tagliati fuori dal superbonus». Di lettere, a vari livelli, il Comitato ne ha inviate moltissime, cercando caparbiamente di arrivare a una soluzione. L'8 dicembre ne è partita una per la senatrice Licia Ronzulli, capogruppo di Forza Italia al Senato; l'11, il Comitato ha scritto al senatore Quintino Liris, esponente della maggioranza in Senato e membro della Commissione Bilancio. Si è poi rivolto al ministro Giorgetti e all'onorevole Pella, oltre che alla segreteria del pm De Bortoli. Il 22 dicembre è stata la volta della senatrice Pasqua L'Abbate (5 stelle). Ma invece di avere risposte, è arrivata la preoccupante comunicazione di questi giorni. E ora i proprietari sono davvero in fibrillazione. «Alla luce delle nuove notizie - scrive uno di loro - sarebbe opportuno organizzare una manifestazione con striscioni da tenersi a brevissimo tempo davanti a Casazero». Intanto, fra meno di 10 giorni azienda e cittadini attendono un altro momento cruciale: il 13 gennaio la Cassazione si pronuncerà sul ricorso di Casazero di fronte al no del Tribunale al dissequestro di 8 milioni e 200 mila euro recuperati dalla Finanza e rimasti congelati.