Suicidio choc a Treviso. ​È atteso al processo per un piccolo furto: lo trovano impiccato. Aveva 49 anni

Martedì 30 Gennaio 2024 di Giuliano Pavan
Suicidio choc a Treviso. Mario Nordio, avvocato difensore dell'uomo che si è tolto la vita

TREVISO - «Spero sia evaso». Tre parole, che già facevano presagire la tragedia. A pronunciarle l'avvocato Mario Nordio, rispondendo ieri mattina alla chiamata dei carabinieri che dovevano prelevare dalla sua abitazione un 49enne di San Biagio di Callalta, in provincia di Treviso, arrestato il pomeriggio precedente per un furto in uno stabile abbandonato, un tempo adibito a mulino, e che non rispondeva né al telefono né al citofono. L'uomo doveva essere processato per direttissima, ma è stato trovato cadavere nel suo appartamento, impiccato a un lampadario. Nessun dubbio: è stato un suicidio.

La porta era chiusa a chiave, non c'erano segni di effrazione e nemmeno di violenza. Ma nemmeno alcun biglietto per spiegare il gesto. «Quando mi hanno telefonato ho pensato al peggio, e purtroppo avevo ragione - ha dichiarato l'avvocato Nordio -. Era un introverso, e si sentiva perseguitato per una vicenda legata alla sua ex fidanzata, madre di suo figlio. Una situazione che nell'ultimo periodo gli aveva causato un forte disagio a livello psicologico».


LA CAUSA
Il 49enne aveva avuto in passato dei problemi con la giustizia. Piccoli furtarelli, un paio di resistenze a pubblico ufficiale. Poi, nel 2014, assieme a un conoscente un colpo in villa che gli aveva cambiato la vita. Era il 12 gennaio di 10 anni fa quando venne arrestato in flagranza di reato mentre stava svaligiando un'abitazione nell'opitergino, ma il proprietario aveva scoperto lui e il complice facendoli arrestare. Il processo fu breve: due anni e dieci mesi in primo grado, condanna ridotta in appello a due anni e due mesi. Sentenza per la quale il 49enne aveva scontato agli arresti domiciliari il residuo pena (un anno e sei mesi) terminato nell'ottobre scorso. Prima dell'ordine di esecuzione, però, l'uomo era rimasto vittima di un'altra vicenda, quella che secondo il legale lo aveva segnato nel profondo. Nell'ottobre 2020 era diventato padre, ma i rapporti con la compagna erano presto naufragati. Tanto che la donna lo aveva lasciato e si era trasferita con il piccolo a casa dei genitori. Ne è nata prima una battaglia legale, conclusa con l'affidamento esclusivo del bimbo alla madre e la possibilità per il padre di vedere il piccolo due volte al mese in luogo protetto. E poi una denuncia per stalking, per la quale il 49enne, dopo aver ricevuto il divieto di avvicinamento all'ex compagna, era stato condannato a un anno e venti giorni di reclusione il 26 ottobre 2022, ed era in attesa della fissazione dell'udienza d'appello. Un caso che era già finito agli onori delle cronache perché, tra le persecuzioni messe in atto, c'era stato anche un video inviato alla ex in cui il 49enne bruciava i vestiti di lei nel barbecue, con tanto di minacce. Due giorni fa, infine, l'episodio che ha fatto precipitare il suo quadro psicologico portandolo a togliersi la vita.


IL FURTO
Il 49enne, domenica poco dopo le 16, era stato notato dal proprietario di un immobile abbandonato mentre armeggiava in una delle porte d'ingresso. La chiamata ai carabinieri era scattata subito. Una pattuglia era così intervenuta beccando l'uomo all'interno dello stabile con in mano un banalissimo mazzo di carte da gioco. L'unica cosa che aveva trovato e di cui si era impossessato, e che tra l'altro è stata anche restituita al legittimo proprietario. I militari, appurato che erano state scassinate due porte d'ingresso ed era stata infranta una finestra per entrare nel vecchio mulino, hanno proceduto all'arresto in flagranza di reato, obbligatorio per legge. Il pubblico ministero di turno, vista l'esiguità del fatto, aveva disposto gli arresti domiciliari in attesa del processo per direttissima che si sarebbe dovuto tenere, appunto, ieri mattina. Una volta accompagnato nella sua abitazione, sempre a San Biagio di Callalta, i militari gli avevano dato appuntamento al mattino successivo per l'udienza. Nella notte, però, è scattato qualcosa nella mente del 49enne. Molto probabilmente, secondo il legale, ha visto dissolversi la possibilità di poter vedere con più costanza il figlio. «Negli ultimi mesi aveva anche trovato dei lavori saltuari come meccanico - chiude l'avvocato Nordio - e stava cercando di raddrizzare la sua vita. Purtroppo non ne ha avuto il tempo». A scoprire il corpo del 49enne sono stati i vigili del fuoco che, poco prima delle 11, erano stati chiamati dai carabinieri per aprire la porta del suo appartamento. Tutti speravano fosse evaso dai domiciliari. Non è stato così.

Ultimo aggiornamento: 31 Gennaio, 11:02 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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