Stefanel, marchio e negozi ceduti a Ovs, c'è l'ultimo ok. Soddisfazione in Regione: «Resta a un'azienda veneta»

Giovedì 7 Gennaio 2021 di Redazione online
Stefanel, marchio e negozi ceduti a Ovs, c'è l'ultimo ok. Soddisfazione in Regione: «Resta a un'azienda veneta»

Verrà firmata nelle prossime ore l'istanza di cessione della Stefanel, famosa azienda trevigiana della moda oggi in amministrazione straordinaria, alla società Ovs.

Ne dà notizia la Regione Veneto, presente al Tavolo ministeriale sull'azienda con l'assessore al lavoro Elena Donazzan e Mattia Losego, dell'unità di crisi aziendali, assieme al commissario straordinario e alle organizzazioni sindacali.

«Un tavolo positivo - commenta Donazzan - soprattutto per quanto riguarda la manifestazione di interesse vincolante presentata da un altro gruppo aziendale veneto, Ovs SpA. La proposta prevede il mantenimento di 23 punti vendita sui 27 presenti sull'intero territorio nazionale e l'assorbimento di 94 lavoratori. Considerati questi elementi positivi, ora è necessario approfondire con Ovs quale sarà il piano industriale per aver chiari tutti gli aspetti di valorizzazione futura di Stefanel. Per quanto riguarda il bacino dei lavoratori non ricompreso nel nuovo perimetro aziendale, la Regione del Veneto si è resa disponibile ad attivare gli strumenti di politica attiva, condizione necessaria - conclude - per l'accesso alle misure di sostegno al reddito per i prossimi mesi e avere il tempo per comprendere i nuovi scenari di sviluppo aziendale».

La decisione è stata comunicata dal Commissario Straordinario di Stefanel, Raffaele Cappiello. La cessione riguarda il marchio, l'azienda e i negozi, non l'immobile che permane nel compendio dell'amministrazione straordinaria. Il rilancio sulla propria offerta, e il maggior numero di lavoratori garantiti, ha portato il commissario a valutare in maniera positiva l'offerta Ovs. In una nota, pur esprimendo «apprezzamento per la continuità di un marchio importantissimo per il territorio», la Cgil del Veneto avanza «forti preoccupazioni per la tenuta occupazionale. Non vengono assorbiti, e quindi andranno a chiusura, l'outlet di Levada ( Treviso) con sei dipendenti, il negozio di Verona con sette, quello di Milano con 13 dipendenti e Alessandria con due. Quindi, dei 136 dipendenti ne rimangono 94. »Abbiamo chiesto - dichiara Tiziana Basso, segreteria confederale Cgil Veneto - l'attivazione da subito di un tavolo presso il Mise per discutere con Ovs del piano industriale, delle prospettive future e della tenuta occupazionale. Il Ministero si è impegnato ad attivarsi in tempi brevi e ha coinvolto anche il Dicastero del Lavoro per la verifica degli strumenti di copertura per i lavoratori«.

La trattativa

La corsa al fotofinish era terminata a  dicembre.

«Risulta migliorativa l'offerta di Oviesse» ha comunicato il commissario Raffaele Cappiello ai sindacati. Dalla prossima settimana inizierà quindi la fase di verifica per la vendita di Stefanel, che al termine prevede che sia consegnata al Comitato di Sorveglianza l'eventuale conferma dell'assegnazione, che dovrà ricevere l'avvallo del Mise. Finisce quindi la sfida a distanza tra la catena di negozi di abbigliamento Ovs e la holding di Luigi Rossi Luciani. Entrambi avevano presentato offerte per rilevare l'asset composto da marchio, stabilimento di Ponte di Piave e rete vendita.
La cordata guidata da Rossi Luciani, ex presidente degli Industriali di Padova proprietario di riferimento di Carel, avrebbe visto la partecipazione anche di Alberto Vacchi, presidente di Ima e del proprietario di una rete di negozi di abbigliamento portoghese. «Nell'incontro di ieri al ministero - spiega Tiziana Basso, della segretaria regionale della Cgil - il Commissario Cappiello ha confermato la presenza di due offerte, cosa che noi cogliamo positivamente. Ci ha comunicato inoltre che ad oggi risulta maggiormente vantaggiosa quella di Oviesse, su un piano non necessariamente economico ma di prospettiva. Da parte nostra abbiamo chiesto di vedere il piano industriale e soprattutto conoscere e valutare le garanzie sul perimetro occupazionale. Il Mise si è impegnato a riconvocarci non appena il commissario avrà chiuso la fase di verifica con Oviesse».
L'accordo comincia però con qualche mal di pancia: «Ci è stato detto - spiega ancora la segretaria Cgil - che per i 20 lavoratori di Ponte di Piave, che a suo tempo erano stati individuati come esuberi e ai quali il commissario aveva chiesto di permanere per le professionalità ricoperte, non rientrano certamente nel piano dell'eventuale ricollocazione nella nuova azienda. Non ci resta che esprimere forte preoccupazione per la prospettiva aziendale e rammarico per la scelta di non tenere in considerazione lavoratrici e lavoratori che si sono dimostrati essenziali in questo periodo».
I sindacati dicono insomma che è presto per giudicare l'offerta di Oviesse e che bisogna valutare la tenuta, al netto degli esuberi, della soglia occupazionale dei lavoratori della sede di Ponte di Piave (circa 60) e dei 150 addetti occupati nei vari punti vendita italiani.
C'è grande riserbo da parte del commissario sui contenuti economici dell'accordo dopo che la precedente gara si era conclusa senza arrivare ad una aggiudicatario, con il fondo francese Argenthal Capital che non avrebbe fornito garanzie di natura finanziaria per quanto avesse messo a disposizione per l'acquisto di Stefanel 6 milioni di euro, la metà di quanto era stato stimato dalla perizie, mentre l'altro concorrente, vicino alla famiglia Fendi, aveva messo sul piatto una cifra considerata troppo esigua.
Già un mese fa l'amministratore delegato di Ovs Stefano Beraldo aveva ribadito l'interesse per nuove reti di negozi, lasciando aperto proprio uno spiraglio su Stefanel, confermando, alla vigilia dell'assegnazione e nel comunicato con cui veniva annunciato da parte dell'assemblea dei soci l'aumento di capitale di 80 milioni, che era stata presentata un'offerta vincolante per acquisire alcuni asset di Stefanel, tra cui il brand storico dell'azienda.
Una posizione quella di Ovs che potrebbe dare il la ad una operazione su più vasta scala. Ieri infatti sempre l'ad Beraldo ha detto di «accarezzare l'idea di un grande polo della moda». Nel mirino ci sarebbe Conbipel nei cui confronti, ha detto Beraldo «non abbiamo mai smentito il nostro interesse». Allo stesso tempo ha invece escluso un'operazione su Benetton, giudicata «troppo complicata».
 

Ultimo aggiornamento: 18:53 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci