Treviso, spari contro la macelleria islamica gestita da Maria e dal papà Video

Giovedì 19 Dicembre 2019
Treviso, spari contro la macelleria islamica gestita da Maria e dal papà
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SAN ZENONE DEGLI EZZELINI (TREVISO) - Prima gli spari contro la vetrina della macelleria e poi, nella notte tra sabato e domenica, i teppisti che hanno cercato di spaccare le telecamere di videosorveglianza. Maria Karouach, originaria del Marocco, ma nata e cresciuta in Italia, ha appena 20 anni e con il papà Charkaoui ha aperto da poco la macelleria e ortofrutta Planet fruit in via Marconi.
 




Di giorno lavora e la sera, per 4 giorni la settimana, frequenta una scuola serale a Montebelluna. Per quel negozio, con l'aiuto della famiglia ha investito 70mila euro. E già prima del giorno dell'apertura, è stata presa di mira da qualche malvivente. «Senza un motivo -, sottolinea - ci siamo trovati con due colpi di pistola contro la vetrina del negozio». 

I DUE EPISODIÈ notte quando da un'auto in corsa partono due proiettili che spaccano la vetrina principale del negozio. Due fori, nel mezzo del vetro, come una sorta di avvertimento. Il fatto risale agli inizi di settembre, poco prima dell'apertura ufficiale della macelleria, ed è stato subito denunciato ai carabinieri di Onè di Fonte. «Pensavo che dopo la denuncia la vicenda si fosse conclusa - aggiunge la giovane - invece è diventato un incubo». Maria non riesce a nascondere la preoccupazione. La giovane studentessa che ha preferito frequentare un liceo serale per poter dare una mano alla sua numerosa famiglia racconta: «Dopo il periodo di alternanza scuola-lavoro, ho capito che volevo fare qualcosa per me, per mamma e papà e per i miei 6 fratelli». Così si è rimboccata le maniche. Quel negozio però potrebbe essere scomodo per qualcuno che l'ha nuovamente preso di mira. Nella notte tra sabato e domenica i vandali hanno cercato di spaccare, utilizzando un bastone, le telecamere di videosorveglianza che si trovano sulla parte laterale del negozio di via Marconi. «Non riusciamo a capire che motivo abbiano per accanirsi contro di noi - si sfoga la ventenne - prima i proiettili ora cercano di farci fuori le telecamere di videosorveglianza: ho paura, ho paura che qualcuno possa entrare in negozio e farmi del male o farlo alla mia famiglia». 
LA SOLIDARIETÀAl fianco di Maria c'è sempre il papà che ha rinunciato al suo lavoro per darle una mano. Con loro in negozio c'è un via vai, oltre che di clienti, anche di alcuni residenti: «È bello ricevere la solidarietà dei cittadini. Sono persone del paese che soprattutto dal pomeriggio fino a sera si fermano in negozio perché hanno saputo quello che è successo e quindi vengono qui per controllare che sia tutto a posto». Intanto, grazie alle immagini delle telecamere, i carabinieri hanno avviato le indagini. «Non rinuncio al mio lavoro e alla mia attività - conclude Maria - voglio dare anch'io qualcosa di positivo al paese».
Vera Manolli 

Ultimo aggiornamento: 15:04 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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