Cappella Maggiore. «Kim da Capea», il fenomeno social sale sul palco: satira condita dal dialetto della Sinistra Piave

Giovedì 18 Gennaio 2024 di Angela Pederiva
Cappella Maggiore. «Kim da Capea», il fenomeno social sale sul palco: satira condita dal dialetto della Sinistra Piave

Nell'ultimo meme Kim Jong-un ride di gusto, seduto sulla poltroncina della platea, evidentemente cosparsa di briciole: «Me son sentà sora le fregoe». Ma tra un paio di settimane il suo alter ego Kim da Capea del Nord salirà sul palco: accadrà sabato 3 febbraio, al Teatro del Pane di Treviso, dove per la prima volta il fenomeno social da 120.000 seguaci diventerà uno spettacolo dal vivo. «L’interpretazione sarà di Mirko Artuso, mentre io collaborerò all’interazione con il pubblico, magari componendo delle vignette in diretta in base agli spunti del momento», anticipa Andrea Da Dalto, creatore della pagina satirica sul dittatore nordcoreano nel dialetto della Sinistra Piave, diventata un vero e proprio caso al punto da ispirare ad altri creativi digitali una galleria di personaggi come Joe Bidon da Cison, Donald da San Fior de Sotosora, Boris della Priula, Conte da Collalto e Mario Drago da Orsago, giusto per citare i più popolari.


L’ORIGINE
Non tutti sono sopravvissuti. Le parodie dei due presidenti americani Biden e Trump, ad esempio, tre mesi fa sono state rimosse da Meta per una presunta “violazione degli standard della community”, tra cui “informazioni fuorvianti”, “incitamento all’odio” e “sostituzione di identità”, per effetto della segnalazione di commenti che contenevano insulti contro i veri politici a cui facevano riferimento i personaggi inventati. La versione canzonatoria di Jong-un, invece, furoreggia indisturbata ormai da otto anni. «Mi auguro che il leader della Corea del Nord non la scopra mai, altrimenti mi toccherà inventarmi qualche finta traduzione delle parole che gli faccio dire, per evitare che si arrabbi...», sorride Da Dalto, 43enne impiegato di Conegliano, che nel gennaio del 2016 si era chiesto chi sarebbe stato in grado di organizzare il Panevin più grande del mondo e aveva pensato subito al megalomane segretario generale del Partito del lavoro, immaginandolo in azione a Cappella Maggiore (Capea-Corea), nei pressi di Vittorio Veneto.


LE PAROLE
La fortuna dell’autore, in effetti, è che nemmeno a Venezia o a Padova tutti riescono sempre a comprendere quel dialetto incuneato fra l’Alto Trevigiano e il Basso Bellunese, figuriamoci a Pyongyang. «Col Black Friday me son ciot do camp de tera», si compiace Kim in mezzo a due poderi acquistati in saldo, mentre il solerte militare che lo accompagna prende appunti. «Se sentin dopo che fen la schedina», dice il dittatore al capitano della squadra di calcio, intenzionato a truccare le scommesse. «Questo lo frache dentro in tel bagaglio a man», riflette il capo di Stato, immaginando di fare posto in valigia ad un kalashnikov. E via di questo passo, ironizzando sulla bellicosità ma anche sulla goffaggine del personaggio, con un effetto comico potenziato dall’uso spassoso della lingua locale. «A volte – confida Da Dalto – mi rendo conto che utilizzo termini conosciuti ormai da pochi anche qui. Ma sono quelli della mia terra, che ritrovo nella memoria dei miei nonni, oppure nel parlato in certe osterie. Ormai sono arrivato a quasi 102.000 follower su Facebook e altri 18.000 su Instagram, per cui non riesco a leggere tutti i messaggi che arrivano dagli utenti, però cerco di rispondere almeno a quelli che mi scrivono dalla Toscana o dalla Sicilia per chiedere il significato di certe espressioni».

Per dire: «I a tacà la gardea», ridacchia Kim, osservando il fungo atomico sprigionato da una detonazione nucleare, che la sua propaganda vorrebbe far passare per il fumo della griglia accesa dai vicini...


IL RACCONTO
Lampi di umorismo che accenderanno la serata di Treviso: una cena-spettacolo in cui dialettale sarà il menù (dal primo di pasta e fasoi al dolce con fritoe e crostoi), ma pure il dresscode («Vien vestio come che te vol basta che te vegne»; per informazioni e prenotazioni: 380 3842008). «Le vignette di Kim da Capea del Nord, la musica live degli Hanky Panky Band e i racconti biografici inediti di Kim interpretati da Mirko Artuso», annuncia il Teatro del Pane. Specifica infatti Da Dalto: «L’artista della recitazione è lui, io gli ho passato il canovaccio della pseudo-biografia di Jong-un che avevo scritto qualche tempo fa e cercherò di improvvisare qualche battuta al volo in base alle sollecitazioni degli spettatori. Per noi sarà un test: se va bene la prima, potrà esserci un seguito, altrimenti vorrà dire che ci siamo comunque divertiti». 


IL NEGOZIO
È lo spirito che ha animato pure l’attivazione del canale di e-commerce parallelo alla pagina. Il negozio, che non poteva che chiamarsi Marcà, propone l’asciugamano Sugaman, gli zerbini Netate e Ocio al gat, le felpe che rivangano affettuosi insulti come marmeot e stroz. C’è pure la maglietta con i colori di Francia e la scritta Trebien: l’assonanza è con la locuzione transalpina très bien, che significa “molto bene”, ma l’immagine è di una macchina agricola utilizzata per sgranare i cereali, perché è così che in Sinistra Piave si dice “trebbiamo”...

Ultimo aggiornamento: 19 Gennaio, 10:19 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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