QUINTO DI TREVISO - L'aria che si respira a Quinto è più inquinata di quella di Treviso per quanto riguarda le polveri sottili.
LA RICERCA DELLE CAUSE
Come mai? Tra le ipotesi c'è l'influenza del meteo. Nel periodo di analisi è emersa una situazione generalmente poco dispersiva. Il risultato finale dei monitoraggi indica che l'aria di Quinto è accettabile. Niente di più e niente di meno. «Per gli inquinanti esaminati il giudizio è positivo -è la conclusione dell'Arpav- fanno eccezione le polveri Pm10, che hanno superato nel periodo invernale diverse volte il valore limite giornaliero, e l'ozono, che in alcune giornate ha superato l'obiettivo a lungo termine per la protezione della salute umana». In quest'ultimo caso il valore di riferimento è pari a 120 microgrammi per metro cubo, calcolato come media di 8 ore. «In sintesi -tirano le fila dall'agenzia- l'aria a Quinto è risultata accettabile nella maggior parte delle giornate della campagna».
LA RIPARTENZA DELLO SCALO
Dal monitoraggio eseguito nella scorsa primavera, proprio a cavallo della riapertura dell'aeroporto, non emergono indicazioni specifiche relative alla ripresa del passaggio degli aerei. Anche perché la ripartenza del Canova dopo 15 mesi di chiusura a causa dell'emergenza Covid inizialmente è andata un po' a rilento. Lo scalo è tornato a girare con un ritmo consistente tra luglio ed agosto. In quest'ultimo mese, in particolare, ha contato il passaggio di 1.924 aerei. Circa il 92% della quota registrata nello stesso mese del 2019, prima dell'esplosione dei contagi. La rincorsa ai numeri pre-pandemia sul fronte dei passeggeri, invece, è più complessa. Dopo lo sviluppo della campagna vaccinale anti-Covid e l'introduzione del Green Pass, c'è stato un aumento. Ma non ancora come i voli. In agosto, uno dei mesi di punta, il Canova ha messo assieme poco più di 215mila passeggeri in transito. A conti fatti, è stato recuperato il 73,4% dei passeggeri visti nello stesso mese del 2019.