Prosecco, sfida Doc-Docg: «Gestiamo noi le scorte»

Lunedì 17 Agosto 2020 di Paolo Calia
Prosecco, sfida Doc-Docg: «Gestiamo noi le scorte»
TREVISO - Il mondo del prosecco è in agitazione. La tensione si taglia a fette per via della guerra sotterranea scoppiata tra i consorzi Doc e Docg. Motivo del contendere: i quantitativi di vino stoccati, quindi lasciati in cantina, dalle aziende della Docg derivati dalla vendemmia 2020. Per legge, quel prosecco messo da parte e non destinato alla vendita immediata perchè considerato in sovraproduzione, potrà essere messo sul mercato ma come prodotto Doc. E il consorzio Doc ha quindi presentato alla direzione Agroalimentare della Regione un'istanza per chiedere che quel vino rimanga nelle cantine almeno fino al 31 dicembre 2021. Una richiesta elaborata, precisa, che individua anche le quantità di prodotto da stoccare suddivise in base al ciclo vegetativo della vite. Richiesta accolta dalla direzione Agroalimentare del Veneto che lo scorso 7 agosto ha pubblicato l'istanza nel Bur della Regione dando 7 giorni di tempo per presentare osservazioni e critiche.
Nella Docg questa azione è stata considerata una vera e propria ingerenza, quasi un affronto, oltre che il tentativo un voler mettere il naso nelle attività di aziende che con la Doc non hanno nulla a che fare e di volerne gestire le loro scorte. Viene considerato inaccettabile soprattutto che la Doc voglia dettare i tempi dello stoccaggio indicando fino a quando il vino deve rimanere nei magazzini. Ed è scattata la protesta, violenta. La Docg ha fatto opposizione, mentre un gruppo di marchi ha dato mandato a un avvocato di intervenire.

LA DIFESA
Il 13 agosto l'avvocato veneziano Enrico Gaz ha quindi presentato una memoria di opposizione destinata ad alzare il livello del conflitto. Ha scritto a nome di produttori storici come Ruggeri, Col Vetoraz, Drusian, Masottina, Santa Margherita, La Tordera (e altri se ne aggiungeranno) un documento di otto pagine incentrata su due paletti. Il primo è squisitamente giuridico: troppo pochi sette giorni di tempo per presentare osservazioni quando la giurisprudenza parla di un tempo congruo, generalmente non meno di quindici giorni. Senza contare che i sette giorni partono dal 7 agosto e quindi sono caduti nella settimana di ferragosto quando aziende e studi professionali sono chiusi o lavorano a scartamento ridotto: «Stando al consolidato orientamento del giudice amministrativo, l'obbligo di pubblicazione ed i diritti di partecipazione non possono ritenersi assolti qualora la p.a. (pubblica amministrazione ndr) abbia concesso un termine troppo breve per consentire un'effettiva e concreta partecipazione al procedimento», scrive l'avvocato.

E ancora: «È chiaro ed evidente l'intento di degradare la partecipazione ad un orpello quanto più possibile formale ed ineffettivo, assicurando al privato-richiedente un vantaggio comparativo non di poco conto». Il secondo argomento invece entra più del merito: «L'accoglimento dell'istanza del Consorzio di tutela della Doc genererebbe un nuovo equilibrio di mercato alterando in modo surrettizio la fisiologica dinamica economica tra i marchi Doc e Docg».

LA CENA
La battaglia legale è solo agli albori e mette in secondo piano un altro episodio. Nei primi giorni di agosto in un noto ristorante di Monfumo c'è stato un incontro tra i vertici della Doc e quelli della Docg, più un discreto numero di produttori. Tanti gli argomenti discussi, tra cui anche l'idea per molti ancora impossibile di creare un solo unico consorzio tra Doc e Docg. Ipotesi vista come fumo negli occhi dai produttori storici della Docg, che non vogliono assolutamente mischiare il loro prosecco con quello di pianura, ma che ad alcune aziende non dispiacerebbe perché vorrebbe dire avere ancora più forza nei mercati internazionali, dove il vino bianco trevigiano con le bollicine è comunque uno dei leader mondiali. Ma questa sarà un'altra partita.
 
Ultimo aggiornamento: 09:27 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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