Il professore di Zaia morì in ospedale, tre medici indagati: «Grave negligenza». Ecco chi sono

Mercoledì 18 Gennaio 2023 di Valeria Lipparini
Il professor Antonio Martorana

ODERZO - Rinviati a giudizio per omicidio colposo i tre medici che, secondo la Procura, non si sarebbero accorti in tempo della dissezione aortica che condusse alla morte Antonio Martorana, 78enne, ex insegnante di chimica al Cerletti di Conegliano, dove tra i vari alunni figurava anche l'attuale presidente del Veneto, Luca Zaia. L'insegnante, palermitano ma residente a Cessalto, era spirato il 14 agosto del 2019 e secondo la relazione del medico legale che effettuò l'autopsia si sarebbe trattato di una «colpa omissiva per grave negligenza» da parte dei sanitari.

L'ACCUSA
A rispondere dell'accusa di omicidio colposo, davanti al Tribunale, sono chiamati Angelo Di Summa, 69enne, radiologo dell'ospedale di Oderzo (difeso dagli avvocati Mario Battistella e Andrea Mocerino), che aveva effettuato la prima Tac toracica sul paziente, giunto in pronto soccorso per un malessere generale, Andrea Bortolami, 43 anni, cardiochirurgo dell'ospedale di Oderzo (difeso dall'avvocato Mauro Zebele), chiamato per fornire una consulenza sulla Tac e Piergiuseppe Piovesana, 69enne, cardiologo dell'ospedale di Treviso (difeso dagli avvocati Melzi e Federico Vianelli) dove il paziente era stato trasferito d'urgenza. Secondo la Procura i tre medici avrebbero cagionato la morte del paziente in quanto non avrebbero capito tempestivamente qual'era il problema medico dell'anziano e, proprio per questo, non sarebbe stato possibile sottoporlo a intervento chirurgico d'urgenza. Tanto è vero che il professor Martorata era deceduto 16 ore dopo il ricovero ospedaliero.
L'udienza davanti al gup, il 29 novembre scorso, era stata rinviata per permettere il risarcimento ai parenti da parte dell'assicurazione medica dei sanitari.

E i familiari del professore, in quanto risarciti, non potranno partecipare al processo e non si costituiranno parte civile. Gli avvocati dei tre professionisti hanno, invece, tutta l'intenzione di affrontare il processo in Tribunale e di non puntare su riti alternativi e sconti di pena. «Dimostreremo l'innocenza dei medici» dicono i legali.

I FATTI
Il professore il 13 agosto del 2019 aveva interpellato il medico di base per un malessere generale con tachicardia. Era poi stato portato in pronto soccorso e raggiunto dalla figlia e dal marito quando, verso le 16, era stato trasferito all'ospedale Ca' Foncello di Treviso. A quel punto l'anziano presentava un ingrossamento dell'aorta con insufficienza renale. Ai famigliari non era stata segnalata alcuna urgenza e pertanto erano tornati a casa. Il giorno dopo Martorana era stato visitato da un medico e, a quel punto, erano stati avvertiti i parenti. Il professore era già morto. Nella relazione depositata in Procura in seguito all'autopsia, il medico legale sottolinea come «se i profili di negligenza non si fossero verificati, Antonio Martorana non sarebbe deceduto, in termini di elevatissima probabilità». La perizia prosegue spiegando che per «un paziente non più giovane che si presenta in pronto soccorso con un dolore toracico, il sospetto diagnostico della dissezione aortica va sempre affrontato con zelo e tempestività».
La prima udienza del processo è stata fissata per il 10 ottobre del 2024. «Non abbiamo alcuna paura di affrontare il dibattimento. Dimostreremo la nostra innocenza» hanno sostenuto i legali che assistono i tre professionisti.

 

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