Processo alla Lega: la base contro Salvini e i parlamentari del Carroccio

Mercoledì 27 Luglio 2022 di Paolo Calia
L'incontro al K3 dei parlamentari della Lega con i presidenti di sezione trevigiani
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TREVISO Matteo Salvini perde voti perché i cittadini sono sconcertati dalle sue idee confuse su temi importanti. E ancora: fondamentale difendere i collegi uninominali dove è coinvolta Treviso (che sono tre in condivisione con Belluno e Venezia: due per la Camera e uno per il Senato). E infine l’accusa, pesante: «Avete avuto pochi contatti col territorio». Nonostante il clima di apparente tranquillità, lunedì sera al k3 l’incontro tra parlamentari della Lega e segretari di sezione è stato duro. Deputati e senatori sono finiti sotto processo. Hanno dovuto spiegare prima perché il governo Draghi è caduto e poi perché alcuni temi cari alla base leghista sono stati quasi accantonati. Su tutti l’autonomia: «È necessario - hanno detto molti segretari - un ritorno alle origini. L’autonomia deve tornare il primo punto della nostra agenda». E su questo i deputati Dimitri Coin, Giuseppe Paolin, Ingrid Bisa, Angela Colmellere e i senatori Massimo Candura e Sonia Fregolent sono stati d’accordo.

Ma hanno anche evidenziato che «I 18 mesi di governo Draghi sono stati molto complicati. Abbiamo dovuto restare in silenzio in un Governo con Pd e Movimento 5 Stelle e votare a favore ad argomenti non proprio nelle nostre corde». Spiegazioni che hanno convinto fino a un certo punto. «Dovevate spiegarcelo», è stata la replica.


LE SCINTILLE

L’incontro si è quindi acceso prima sulle critiche a Salvini, contestato dalla base ma difeso dai deputati e senatori che hanno anche incolpato i media di aver enfatizzato alcune sue uscite. Risposta che però non ha scalfito un muro di scetticismo molto spesso. «La gente non ci vota più perché non capisce dove vogliamo andare», è stata la sintesi delle contestazioni. E il clima si è definitivamente incendiato quando si è iniziato a parlare di elezione e, soprattutto, di divisione dei collegi tra alleati. Visto che le decisioni sulla spartizione verranno prese tra Padova (sede dei vertici regionali del Carroccio), Roma e Milano, ai parlamentari è stato chiesto di far presente a ogni livello che Treviso è pur sempre la prima provincia della Lega, il cuore pulsante del movimento. E vuole contare. Su tre collegi uninominali, quelli dove il centrodestra dovrà indicare un solo nome, la base ne reclama almeno due, come nel 2018 dove uno venne dato a Forza Italia (e venne eletto Raffaele Baratto poi passato a Coraggio Italia). Quest’anno un collegio dovrà per forza andare a FdI (probabilmente al bellunese Luca De Carlo). Per gli altri due è bagarre. La Lega li reclama ma anche Forza Italia vuole la sua parte. E qui la partita si fa delicata. Avere un solo collegio uninominale sarebbe un duro colpo per una base che ha voglia rivalsa. 
Alla fine dell’incontro i segretari sono stati invitati a mobilitare le truppe in vista della campagna elettorale - «Inizierà dopo ferragosto», ha annunciato il commissario provinciale Gianangelo Bof - e a organizzare la spedizione a Pontida in programma pochi giorni prima delle elezioni del 25 settembre. I parlamentari pagheranno interamente il costo delle corriere. A fine agosto, infine, tornerà anche la festa provinciale del Carroccio.


LE CANDIDATURE

Sul fronte candidature prende sempre più corpo l’intenzione di riproporre i parlamentari uscenti con alle spalle un solo mandato. Vorrebbe dire che i nove trevigiani sarebbero tutti in gioco, con l’unico dubbio per il senatore Gianpaolo Vallardi, arrivato al secondo mandato ma non consecutivo. I posti a disposizione però sono pochissimi: la riduzione dei seggi in Parlamento, unito all’allargamento dei collegi elettorali, si è tradotto in una drastica riduzione degli spazi. Molto probabilmente i candidati trevigiani non saranno più di quattro o cinque tra uninominale e proporzionale. I nomi praticamente sicuri di una ricandidatura sono quelli dei deputati Coin e Birsa e della senatrice Fregolent, tutti molti vicini a Matteo Salvini. Nel gruppo potrebbe entrare anche la zaiana Angela Colmellere. Per i nomi al di fuori degli uscenti resta ancora caldo il nome di Riccardo Barbisan, capogruppo nel consiglio comunale trevigiano. Ma lunedì pomeriggio le segreterie provinciali sono state coinvolte in una videoconferenza col commissario regionale Alberto Stefani che ha chiarito, ancora una volta, che l’ultima parola sulle liste l’avrà la segreteria federale. Quindi, Salvini.

Ultimo aggiornamento: 07:41 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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