FdI, Lega nel mirino: «Basta con gli attacchi o l’alleanza si rompe»

Lunedì 26 Febbraio 2024 di Paolo Calia
Meloni e Borgia

 TREVISO - «Non esiste che Fratelli d’Italia, nei 4 comuni trevigiani maggiori chiamati al voto, non possa schierare un proprio candidato sindaco.

A Preganziol siamo convinti di avere noi il profilo migliore e vogliamo candidarlo». Claudio Borgia, presidente provinciale di FdI, alza la voce. E non a caso. Replica a muso duro ai toni sentiti sabato pomeriggio durante l’assemblea plenaria della Lega trevigiana, dove il segretario provinciale Dimitri Coin ha scandito: «I voti di FdI sono nostri, alle prossime elezioni amministrative andiamo a riprenderceli». E dove altri, come il consigliere regionale Alberto Villanova, si sono accodati accusando FdI di aver sottratto preferenze e consenso. «I voti non hanno proprietari, sono i cittadini che decidono», replica a distanza di 24 ore il numero uno di FdI in provincia. Insomma: il centrodestra trevigiano scricchiola. E non poco.


L’ANALISI
«Non nascondo che nei 55 comuni in cui si andrà al voto ci sono delle difficoltà - ammette Borgia - non abbiamo chiuso ancora nessun accordo, ci sono tante divergenze e discussioni. Io sono un uomo di mediazione, non mi alzo dal tavolo fino a quando non si trova una quadra e sono per il centrodestra unito. Ma non posso nemmeno accettare una situazione in cui noi siamo chiamati a sostenere i candidati degli altri, mentre quando siamo noi a proporre un nome riceviamo solo dinieghi. Non funziona così. Io sono dell’idea che sul territorio si debba lavorare per il profilo migliore. A prescindere del colore politico. Il mio avversario è il centrosinistra, per altri vedo che non è così». Borgia è durissimo e fa un quadro preciso e spietato anche dei 4 comuni sopra i 15mila abitanti: «A Vittorio Veneto sono tre mesi che attendiamo dalla Lega l’indicazione del candidato sindaco. A Paese non nego che la situazione è molto tesa, le scintille non mancano. A Mogliano il candidato è un civico (il sindaco uscente Davide Bortolato ndr) ma non abbiamo ancora capito cosa vuole fare Forza Italia, se c’è o non c’è. E poi Preganziol, dove FdI può proporre una figura di altissimo profilo, della società civile. Poi per i comuni più grandi, se non l’accordo a livello provinciale non si trova, la palla passa alle segreterie regionali. Intanto la situazione è questa».


IL RISCHIO
In questo clima il centrodestra è chiamato a trovare un accordo. Al momento complicato. Borgia non esclude le ipotesi politicamente peggiori: «Io devo pensare a tutelare gli uomini e le donne di Fratelli d’Italia, nei piccoli comuni la situazione non è semplice. Se gli accordi non saranno possibili, si andrà ognuno per conto proprio. Abbiamo tanti giovani amministratori e persone d’esperienza, sia in termini di militanza che di amministrazione, che avrebbero le qualità giuste per potersi candidare e non vedo perché si debbano tarpare le ali a tutti. Non ci possono chiedere di fare sempre un passo indietro». L’orizzonte insomma è cupo. E gli echi dell’assemblea leghista, condita di attacchi assortiti a ogni livello, contribuisce a rendere l’atmosfera ancora più elettrica: «Siamo stanchi di essere continuamente attaccati da chi ci dovrebbe essere alleato. Bisogna decidere: o con Lega e Forza Italia vogliamo governare assieme la provincia, oppure riteniamoci liberi tutti. Basta essere chiari».

Ultimo aggiornamento: 07:45 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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