PIEVE DI SOLIGO - La casa natale di Andrea Zanzotto apre al pubblico, e non a caso ieri, nel centesimo anniversario della sua nascita il 10 ottobre. Entrare in questo luogo, in via Cal Santa, sempre a piccoli gruppi sia per evitare assembramenti che per rispettare la quiete che vi si respira, è un’esperienza emozionante, vibrante, quasi religiosa. Non solo per i meravigliosi affreschi che accolgono chi varca il portone di legno verde, rappresentanti il Cristo che riceve il battesimo, quanto per l’atmosfera che regna nella casa del poeta, uno dei più grandi della storia contemporanea.
L’INGRESSO
Il viale che porta all’entrata del piano terra della casa che si sviluppa su tre piani, nello stile caratteristico delle vecchie case rurali, termina con l’accesso alla piccola cucina dove un tavolo imbandito con cura sembra aspettare ancora il suo arrivo. Dietro, la cucina economica a legna, perfettamente conservata e a pochi passi il secchiaio con appesi utensili di rame. La scala in legno porta al primo piano dove c’è lo studiolo illuminato da un piccolo abat jour. Lì nascevano i versi che hanno reso Zanzotto famoso in tutto il mondo. A pochi passi la camera da letto, sobria e calda. Un’ultima scala per raggiungere l’ampia stanza dalla quale il poeta ammirava le sue colline, spesso fonte d’ispirazione. La stanza ospita un lungo tavolo di color chiaro con un bel vaso di fiori gialli.
LE EMOZIONI
Il figlio Fabio Zanzotto ha introdotto uno ad uno le personalità presenti che avvicendandosi al microfono hanno espresso la loro emozione per questa giornata così significativa per Pieve di Soligo, il territorio, le colline patrimonio dell’Unesco e, con uno sguardo più ampio, per l’Italia intera che ha trovato nella statura di Andrea Zanzotto un sicuro riferimento culturale e un fiore all’occhiello della nostra letteratura.