Una perdita secca di 24 milioni di euro già l'anno prossimo. Poi altri 15,7 nel 2024. E 14,1 nel 2025. In tutto oltre 50 milioni di buco nel triennio perché le entrate da pedaggio non saranno sufficienti a coprire i costi, a partire dalla corresponsione del canone di disponibilità che la Regione deve pagare al concessionario, cioè alla società Sis. Tutto questo è scritto nel bilancio di previsione della Regione del Veneto attualmente in discussione nelle commissioni a Palazzo Ferro Fini. «Una paginetta e mezza in un dossier di oltre 300 pagine», dice il consigliere regionale Andrea Zanoni (Pd), il primo a chiedere lumi sui costi della superstrada a pagamento e ad ottenere una risposta che finora non era mai stata esplicitata.
Intanto l'ingegnere Elisabetta Pellegrini, attuale direttore del Dipartimento Infrastrutture, lascia la Regione per guidare la Struttura tecnica di missione del ministero delle Infrastrutture (è uno dei posti chiave del dicastero di Matteo Salvini, da qui passa la programmazione delle risorse e la scelta delle opere strategiche) al posto di Giuseppe Catalano che ha deciso di tornare all'Università. Se è presumibile che Pellegrini continuerà a occuparsi delle opere legate alle Olimpiadi, resta da capire chi adesso in Veneto seguirà le Infrastrutture, Pedemontana compresa.
(al.va.)