Pallavoliste filmate dal loro allenatore
mentre si spogliano e sotto la doccia

Mercoledì 11 Aprile 2012 di Roberto Ortolan
Squadra di pallavolo femminile (archivio)
TREVISO - Si stavano togliendo i vestiti per fare la doccia quando una delle giocatrici ha notato uno strano oggetto, nascosto nello spogliatoio. Cos' questa cosa?, ha detto la giovane rivolgendosi alle compagne. Nessuna risposta.



Le ragazze, prima incuriosite e poi preoccupate, hanno così fatto vedere l’oggetto ad alcuni amici. «È una piccola telecamera - la risposta - serve per spiare». La scoperta è stata così portata a conoscenza dei genitori, che definire arrabbiati è poco, i quali hanno subito presentato denuncia. È terminata così la carriera dell’allenatore - subito ribattezzato sexy-spione - della "Samarcanda Volley Resanese" che il presidente della società avrebbe subito licenziato.



Sull’episodio stanno indagando i carabinieri di Castelfranco. Nei confronti dell’allenatore "spione", per ora, è stato ipotizzata l’accusa di interferenza illecita nella vita privata (lo spogliatoio di una squadra, soprattutto se femminile, è inviolabile, ndr). Ma la contestazione potrebbe aggravarsi se dovesse emergere che quei filmati sono stati divulgati o peggio venduti.



L’allenatore, una volta smascherato, avrebbe cercato di giustificare la propria condotta. «Volevo capire il clima nello spogliatoio - è stata la sua difesa - L’umore delle mie giocatrici». Una tesi che non convince gli inquirenti, visto che nello spogliatoio non c’era un registratore, ma una telecamera spia che è ora tra le mani dei carabinieri. La storia - inizialmente definita come un gossip - pare così destinata a finire in Tribunale.



L’indagine, nata dalla denuncia dei genitori delle giocatrici, è solo ai primi passi, ma intanto alcune ragazze avrebbero sbattuto la porta della società. Il caso è scoppiato dieci giorni fa, al termine dell’allenamento della prima squadra, quando una ragazza ha scoperto la telecamerina, puntata sullo spogliatoio. Prima ha pensato a uno scherzo delle compagne, rendendosi però subito conto d’essere vittima di uno "spione", probabilmente sessuale.



È così partita la caccia che, dopo pochi minuti, ha avuto successo: la microcamera era del coach. Il resto è cronaca. Ora toccherà ai carabinieri e alla Procura capire, ricostruire movente e profili di responsabilità penale, partendo dalle testimonianze di giocatrici e allenatore. Un dato darebbe però da pensare agli inquirenti: uno "spogliarello" rubato in uno spogliatoio femminile viene pagato svariato migliaia di euro.
Ultimo aggiornamento: 12 Aprile, 20:11 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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