Sul Piave c'è divieto di balneazione: «Queste acque insidiose non perdonano»

Sabato 3 Luglio 2021 di Maria Elena Pattaro
Sul Piave c'è divieto di balneazione: «Queste acque insidiose non perdonano»

TREVISO - Il divieto di balneazione nelle insidiose acque del Piave c'è, ma non sempre viene rispettato. Ogni estate il prezzo pagato è un tributo di vite umane. L'ultima è quella di Lammouchi Mhsen, il papà tunisino di 54 anni che a Pederobba si è tuffato tra i flutti per salvare la figlia adolescente e un'amica. Loro ce l'hanno fatta, lui no. Di fronte a drammi come questi i sindaci dei comuni rivieraschi si chiedono ancora una volta cosa fare per evitarli. «Tragedie come queste non dovrebbero succedere» è il commento unanime dei primi cittadini rivieraschi. Gloria Paulon, sindaca di Segusino, propone una campagna di sensibilizzazione sui pericoli del fiume da parte di tutti i Comuni rivieraschi.


LE INSIDIE
Sì perché il Piave non è un coinquilino facile, per quanto amato dalla popolazione che sulle sue sponde cerca un po' di refrigerio in queste torride giornate estive.

Acque gelide, greto profondo in alcuni punti e gorghi lo rendono un corso d'acqua tutt'altro che ideale in cui immergersi. «Ne viene sottovalutata la pericolosità - afferma la Paulon -. L'anno scorso abbiamo avuto anche a Segusino un caso del genere, successo a una persona straniera. Forse chi con il Piave ci è cresciuto è più consapevole dei pericoli che il fiume nasconde. In ogni caso servirebbe una campagna di sensibilizzazione».


LE CONTROMISURE
Il collega sindaco di Spresiano Marco della Pietra si spinge più in là: «Servirebbe una vera e propria task force di controllo sul Piave. Purtroppo il fiume invita alla balneazione nonostante le insidie. Fintanto che non realizzeremo delle vere e proprie spiagge attrezzate di bagnini e strutturate per le emergenze, ci sarà sempre il rischio di piangere i morti del Piave. Se invece ci fossero delle aree deputate alla balneazione, là dove le caratteristiche del fiume lo permettono, la gente sarebbe ben contenta di usufruirne in tutta sicurezza, rassicurata dalla presenza di operatori in grado di intervenire all'occorrenza, proprio come accade al mare, negli stabilimenti balneari». Della Pietra un progetto in mente ce l'avrebbe, da attuare coinvolgendo altri Comuni. Ma per ora non se ne fa niente: «Autorizzazioni e vincoli ci sbarrano la strada. Per ora quindi possiamo soltanto ribadire i divieti e rafforzare i controlli».


I CONTROLLI
Il problema non è di facile soluzione, come spiega Fabio Vettori, sindaco di Nervesa della Battaglia: «La polizia locale dei vari Comuni non basta a garantire controlli costanti. Cerchiamo di far rispettare il divieto di balneazione, anche attraverso campagne informazioni diramate ai cittadini, ma non basta. Del resto questo clima caldissimo non aiuta: le persone cercano un po' di sollievo anche immergendosi, senza considerare che il Piave è un fiume davvero pericoloso». Un Comune che sta investendo risorse ed energie per far rispettare le regole di convivenza con il fiume è San Biagio, che proprio da questa settimana ha intensificato i controlli da parte della polizia locale, con l'obiettivo di scongiurare l'abbandono di rifiuti, gli atti vandalici e anche la balneazione abusiva. «Il monitoraggio si concentra soprattutto nei giorni prefestivi, festivi e di notte, quando cioè le sponde sono più frequentate». L'anno scorso le multe staccate dai vigili urbani sono state ben 318, nei confronti di trasgressori a vario titolo. «L'attenzione deve essere costante - afferma il sindaco Alberto Cappelletto -. Purtroppo il Piave è di difficile interpretazione: non sembra così pericoloso, invece lo è. Prova ne sono le tragedie come quella di oggi (ieri, ndr) che accadono ogni anno. Stavolta la cosa che fa ancora più male è che questo papà si sia sacrificato nel tentativo di salvare la figlia e la sua amica». La prima reazione, doverosa, è il cordoglio secondo il primo cittadino di San Biagio, ma allo stesso tempo occorre trovare una soluzione. L'alternativa è continuare a piangere le vittime del fiume. Una lunga litania che la Marca è decisa a interrompere.

Ultimo aggiornamento: 09:26 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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