Omicidio a Riese. Vanessa Ballan uccisa a coltellate, le avvocate chiedono la scarcerazione di Bujar Fandaj

Domenica 31 Dicembre 2023 di Lina Paronetto
Omicidio a Riese. Vanessa Ballan uccisa a coltellate, le avvocate chiedono la scarcerazione di Bujar Fandaj

RIESE PIO X (TREVISO) - Le avvocate di Bujar Fandaj, il kosovaro di 41 anni arrestato con l’accusa di aver ucciso a coltellate la 26enne Vanessa Ballan il 19 dicembre scorso a Spineda di Riese Pio X, nella sua abitazione di via Fornasette, hanno impugnato l’ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico del loro assistito di fronte al Tribunale del Riesame. Chiara Mazzocato e Daria Bissoli, le due legali dell’indagato, hanno deciso di ricorrere ai giudici veneziani ritenendo che l’impianto accusatorio con cui la Procura ha ottenuto dal gip la misura cautelare, che ha portato dritto in cella Bujar, abbia delle falle. Un’iniziativa che presuppone che anche l’attuale custodia in carcere venga considerata una misura inadeguata e di conseguenza da rivedere. D’altro canto, le stesse legali, al termine dell’interrogatorio di garanzia, avevano espresso dubbi sull’effettivo peso da dare, in termini di assunzione di responsabilità, alla telefonata che l’operaio aveva fatto al 112 quel martedì pomeriggio, riferendo di aver commesso una brutta cosa e di volersi costituire il giorno successivo


LA DIFESA
Il giudice Carlo Colombo che ha convalidato il fermo del 41enne, disponendo che venisse rinchiuso nel carcere di Santa Bona a Treviso, aveva indicato nelle motivazioni della custodia cautelare non solo il pericolo di fuga ma anche quello dell’inquinamento probatorio e della possibile reiterazione del reato ai danni di altre donne alla luce di quella che è stata definita «gelosia patologica». Tra gli elementi in mano alla Procura, c’era però anche la telefonata che Bujar aveva effettuato al 112, presa come se fosse una sorta di confessione. «Il nostro assistito è molto provato - avevano riferito al termine dell’interrogatorio di convalida, nel quale il 41enne si era avvalso della facoltà di non rispondere, le avvocate Chiara Mazzocato e Daria Bissoli - Non riesce a dormire né a mangiare. È veramente difficile instaurare una comunicazione con lui in questo momento». Le due legali, però, si erano spinte anche oltre, parlando anche di quella telefonata ai carabinieri in cui Bujar prospettava di costituirsi il giorno seguente: «La Procura di Treviso ha espresso le proprie posizioni - avevano ribattuto le due legali - ma ci sono moltissimi elementi ancora da chiarire. Le indagini sono tuttora in corso e non tutto nella narrazione emersa in questi giorni corrisponde al vero». Un chiaro riferimento proprio al valore confessorio della chiamata al 112 fatta dal killer stesso quel martedì sera, verso le 21, un paio d’ore prima di essere acciuffato dai militari dell’Arma per le accuse di omicidio pluriaggravato (contestata anche la premeditazione), violazione di domicilio pluriaggravato e porto abusivo di armi e oggetti atti a offendere (due coltelli da cucina con lama da 20 centimetri, di cui uno usato per pugnalare la giovane mamma incinta del secondo figlio).


L’IMPUGNAZIONE
Le avvocate Mazzocato e Bissoli avevano tempo dieci giorni dalla notifica dell’ordinanza per impugnarla di fronte al Riesame: primo passo, di fatto, che è stato compiuto dalla difesa dopo l’arresto e l’incarcerazione di Bujar. Non è peraltro escluso che le due legali decidano di far rilasciare nei prossimi giorni al loro assistito delle dichiarazioni spontanee. Il 41enne, né in fase di arresto né in fase di udienza di convalida, ha infatti mai parlato, dimostrandosi confuso e incapace di riferire i fatti. Ma ora che i funerali della vittima sono stati celebrati, e che il dovuto rispetto nei confronti di Vanessa e dei suoi cari è stato osservato, la difesa ha deciso di procedere con le azioni che ritiene necessarie e il terribile caso che ha sconvolto la Marca si sposta quindi da qui in poi nelle aule giudiziarie.

Ultimo aggiornamento: 16:31 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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