L'omicidio irrisolto della pasticcera di Roncade, la sindaca: «Chi sa qualcosa deve parlare, Sandra merita giustizia»

Domenica 26 Novembre 2023 di Mauro Favaro
L'appello lanciato dalla sindaca Pieranna Zottarelli per dare giustizia a Sandra Casagrande, la pasticcera di Roncade uccisa 33 anni fa

RONCADE - «Se qualcuno sa qualcosa, oggi deve parlare. Ormai sono passati diversi anni. Ma da sindaco, così come da cittadino, mi sento di lanciare un nuovo appello: chiunque fosse a conoscenza di qualche elemento, non stia più in silenzio e si faccia avanti. Quando non si arriva a fare giustizia, è come uccidere la persona due volte». Pieranna Zottarelli, sindaco di Roncade, torna a puntare la luce sul caso mai risolto di Sandra Casagrande, la pasticcera di 44 anni uccisa nel suo negozio, nel centro del paese, il 29 gennaio del 1991. 


IL RICORDO

Ieri nella piazza del municipio di Roncade sono state collocate le foto e i nomi delle oltre cento donne che quest’anno sono state vittime di femminicidio in Italia. E accanto a una panchina rossa e al volto di Giulia Cecchettin, la 22enne di Vigonovo uccisa dall’ex fidanzato, è stata aggiunta anche la foto di Sandra Casagrande, trovata senza vita all’interno della pasticceria. Sono passati quasi 33 anni. Non è escluso che l’assassino a questo punto sia già morto. Ma nella giornata dedicata all’eliminazione della violenza contro le donne, a Roncade il pensiero corre anche a lei. Sandra fu trovata priva di vita accanto alla porta del bagno, poco prima di mezzanotte, trafitta da 22 pugnalate inferte con un coltello e con una forbice


LE INDAGINI

Nonostante le molte tracce biologiche e di altro tipo lasciate sulla scena del crimine, più le varie testimonianze raccolte, il delitto non fu mai risolto. Il caso venne archiviato sei mesi dopo l’accaduto. Tra le principali figure sulle quali si concentrò l’attenzione degli investigatori ci fu quella dell’allora comandante della locale stazione dei carabinieri: cercato dai colleghi del reparto operativo giunti da Treviso poco dopo l’allarme, fece rispondere ai familiari di non essere in casa. Una circostanza che egli stesso ammise 18 anni più tardi. Gli inquirenti misero sotto la lente in modo particolare anche uno dei clienti di Sandra Casagrande, in seguito mancato. Ma senza mai arrivare a chiudere il cerchio. Nel 2009, l’allora procuratore di Treviso, Antonio Fojadelli, ritrovando negli archivi un reperto con residui di Dna diversi da quelli della vittima, riaprì il fascicolo richiamando l’attenzione di varie trasmissioni televisive nazionali ma, anche in quel caso, alla fine senza esito. E nel 2011 arrivò la nuova archiviazione. «Nonostante siano passati gli anni, esiste ancora una cultura che non rispetta le donne e che si traduce in comportamenti come molestie e violenze, fino ad arrivare purtroppo a vere e proprie tragedie – conclude il sindaco Zottarelli – la ferita dell’uccisione di Sandra Casagrande è sempre rimasta aperta.

L’assassino, o gli assassini, non sono stati assicurati alla giustizia. E quando ciò accade, purtroppo, è come se la vittima venisse uccisa una seconda volta».

Ultimo aggiornamento: 14:18 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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