PAESE Dopo la morte del figlio, nel 1999, Sergio Miglioranza e la moglie Franca avevano incassato circa 300 milioni in vecchie lire.
Che senza la morte della moglie gli sarebbero valsi comunque 300mila euro. Ma stando al quadro emerso dalle indagini dei carabinieri non erano abbastanza. E per questo avrebbe impedito alla moglie e alla badante di uscire dalla casa, trasformata in una vera e propria trappola. Così da incassare, per il decesso della moglie e l'incendio, quasi un milione di euro. Le polizze assicurative erano state attivate circa 5 anni fa e, nonostante la non lauta pensione, l'ex operaio aveva sempre pagato le rate. Ma dov'erano finiti quei 300 milioni di lire ricevuto a titolo di risarcimento dopo la morte del figlio Walter? In prestiti a conoscenti, mai restituiti, e in investimenti che l'avevano lasciato con un pugno di mosche in mano. Un piccolo patrimonio sparito nel nulla. «Era in difficoltà per alcuni prestiti concessi e mai onorati» hanno confermato gli inquirenti. Però non aveva debiti. La casa era di proprietà e la pensione, unita ai tanti lavoretti di cui si occupava in casa, dove allevava animali e raccoglieva oggetti di tutti i tipi, concedevano a lui e alla moglie una dignitosa esistenza. Forse però quanto accaduto 20 anni prima gli aveva fatto balzare in mente un'idea: quella di poter ottenere una seconda volta un lauto risarcimento a seguito dell'incendio di casa propria. A scapito della vita della moglie e dell'amica e badante che le prestava assistenza. Facendo passare tutto per un tragico incidente. Tanto che quella notte, mentre il rogo imperversava, il suo unico pensiero fu, secondo le ricostruzioni degli investigatori, mettere in salvo i faldoni delle polizze.