TREVISO - Andrea Scodellaro, l’ex imprenditore 50enne cresciuto a Valdobbiadene e morto tragicamente nella notte tra giovedì e venerdì 29 settembre a Treviso dopo essere caduto dalle mura, è deceduto a causa di un vasto trauma cranico. Sul corpo dell'uomo, trovato agonizzante da tre consiglieri comunali e spirato poche ore dopo il ricovero all'ospedale Ca' Foncello, non ci sono altri segni di violenza. E' questo l'esito dell'autopsia, condotta oggi martedì 5 ottobre, dal medico legale Alberto Furlanetto, che ha provveduto a fare anche tutti i prelievi per eseguire gli esami tossicologico.
Una morte, la sua, che per quasi 24 ore è rimasta un giallo.
ACCERTAMENTI SULLA SALMA
Per fugare ogni dubbio la Procura di Treviso ha disposto l’autopsia sulla salma del 50enne. L’ipotesi di reato per cui si indaga, funzionale proprio a eseguire gli accertamenti, è “morte come conseguenza di altro reato”. Domani verrà conferito l’incarico all’anatomopatologo Alberto Furlanetto, che eseguirà l’esame post mortem martedì. Il pm di turno Davide Romanelli ha disposto anche gli esami tossicologici che riveleranno se l’uomo fosse sotto l’effetto di alcol, droga o farmaci particolari al momento del decesso.
IL RICORDO DEL PAESE
Scodellaro da qualche tempo viveva da solo a Treviso, in piazza Santa Maria dei Battuti, nella stessa palazzina del fratello Alberto. Ma il 50enne è cresciuto a Valdobbiadene, dove per anni ha gestito il negozio di arredamento e tendaggi in piazza Rosa, ereditando l’attività di famiglia, chiusa qualche anno fa. Negli ultimi tempi i problemi di salute legati a un incidente lo aveva costretto ad abbandonare il lavoro. Appassionato di basket e ciclismo, ma anche di montagna, a Valdobbiadene in tanti lo ricordano con affetto: «Da giovane frequentavamo lo stesso giro di amici in parrocchia - racconta un coetaneo -. Ci trovavamo anche a giocare a calcetto». L’amore per lo sport non lo ha mai abbandonato. Come ricorda Claudio Dalla Costa, che con lui ha condiviso la militanza nella squadra di basket locale e tanti tour in bicicletta. «Skody era sempre in movimento. L’ho incrociato in bicicletta la settimana scorsa: giusto il tempo di un saluto. Non avrei mai immaginato che sarebbe stato l’ultimo». La morte tragica e prematura di Andrea ha scosso l’intera comunità.