Ha il figlio disabile, negate le ferie donate dai colleghi

Venerdì 19 Febbraio 2021 di Mattia Zanardo
Ha il figlio disabile, negate le ferie donate dai colleghi

MOGLIANO - Per seguire il figlio disabile, in questi mesi a casa da scuola, ha esaurito tutti i permessi e le ferie.

I colleghi del supermercato sono pronti a donarle parte dei loro, ma arriva lo stop. Il sindacato insorge: «Posizione insensata e incomprensibile». L'azienda, però, replica: «Aiuteremo la signora, ma la legge non permette quel meccanismo». Scenario della vicenda, il supermercato Alì di Mogliano Veneto, protagonista (suo malgrado) una dipendente 39enne, madre di un bambino di 12 anni. In seguito alla ben nota chiusura delle scuole per le restrizioni anti- Covid e alla didattica a distanza, la donna, non avendo altri familiari che possano darle una mano, ha dovuto consumare tutti i giorni di assenza dal lavoro di cui aveva diritto per potersi occupare del ragazzino, affetto da una disabilità. E ora non sa a chi lasciarlo. 


LA SOLIDARIETÀ

Venuti a conoscenza della cosa, scatta la gara di solidarietà tra gli altri addetti del punto vendita: in 24 su 30 acconsentono a cedere una giornata a testa dal proprio monte ferie, affinché venga rimpinguato quello della collega in difficoltà. Per questo si rivolgono alla Filcams, la sigla di categoria della Cgil, per presentare alla dirigenza del gruppo Alì la proposta di ferie solidali. «La Filcams Cgil si è fatta più che volentieri portavoce di questo gesto di supporto da parte dei colleghi pensando di trovare le porte aperte e volendo chiedere all'azienda di contribuire anch'essa in qualche modo», spiega una nota diffusa dall'organizzazione sindacale dei lavoratori trevigiani del terziario. Per giunta, secondo i promotori, l'operazione sarebbe a costo zero e iniziative simili sono già state attuate in altri settori. 


LO SFOGO

La risposta della dirigenza dell'insegna della grande distribuzione, tuttavia, non è quella attesa: «Non ce lo saremo mai aspettati - conferma la sindacalista Wilma Campaner Non solo non c'è stata nessuna proposta aggiuntiva all'iniziativa, ma lo stesso progetto di ferie solidali è stato bocciato. L'azienda si è dimostrata sorda alle richieste dei propri dipendenti e insensibile di fronte a questa difficile situazione familiare, abbarbicandosi dietro a una scusa che non ha alcun senso. Ovvero, non essendo prevista questa modalità dal contratto collettivo nazionale, per Alì allora non si può fare. Una risposta assurda e incomprensibile, alla luce del fatto che oltretutto il contratto per questi lavoratori non è rinnovato dal 2019. Confidiamo aggiungono Wilma Campaner e Alberto Irone, segretario generale della Filcams Cgil di Treviso che Alì, facendo seguito alla nostra ultima richiesta di incontro, riveda tale posizione e la corregga in tempi brevi, dimostrandosi sensibile e generosa e mettendoci anche un contributo a sollievo della dipendente». 


LA RISPOSTA

Accuse di scarsa sensibilità respinte dalla catena padovana di supermercati, che ribadisce come il rifiuto sia legato esclusivamente alle normative vigenti. «Ali è da sempre attenta alle necessità di tutti i propri collaboratori, in particolare di tutti coloro che manifestano gravi problemi familiari o di salute fanno sapere dalla società -. Ali è però anche rispettosa della legge e delle previsioni del contratto nazionale di lavoro. Non sussiste allo stato la possibilità di disciplinare l'istituto delle ferie solidali». La mamma lavoratrice, comunque, non sarà lasciata sola: «In ogni caso Ali, come sempre, si è già attivata per andare incontro alle necessità anche di questa lavoratrice. Non comprendiamo, pertanto, le ragioni per cui si debbano sempre creare inutili e sterili polemiche piuttosto che prendere atto di quanto di buono sta facendo l'impresa nei confronti dei propri collaboratori».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci