In arrivo 450 nuovi migranti ma nel trevigiano mancano le strutture. La situzione più difficile a Castelfranco: «Precedenza ai nostri cittadini»

Mercoledì 12 Aprile 2023 di Maria Elena Pattaro
In arrivo 450 nuovi migranti ma nel trevigiano mancano le strutture

TREVISO - Accoglienza migranti: mentre il governo dichiara l’emergenza nazionale, nella Marca recuperare posti aggiuntivi è un’impresa sempre più ardua. Sono previsti almeno 450 arrivi nei prossimi mesi, di cui 50 minori non accompagnati. Ma le strutture sono ormai sature e le poche manifestazioni di interesse per il nuovo bando aperto dalla Prefettura di Treviso difficilmente basteranno a soddisfare la richiesta di nuove strutture. A maggior ragione se molti Comuni si sfilano dalla partita, alle prese con la crisi degli alloggi. Uno su tutti quello di Castelfranco: «Non abbiamo case da mettere a disposizione per l’accoglienza - spiega il sindaco Stefano Marcon -. Le poche che ci sono le usiamo per le assegnazioni Ater e le emergenze abitative. I numeri sono impietosi: sul 153 richieste di casa popolare riusciremo a soddisfarne a malapena una cinquantina. Dobbiamo garantire un tetto ai nostri cittadini, di origine italiana o straniera che siano, prima di pensare agli ultimi arrivati». La stessa posizione, netta, espressa dal sindaco di Treviso Mario Conte quando si era aperto il bando: «Capisco l’emergenza ma noi stiamo ancora gestendo la prima emergenza dall’Africa, quella dell’Afghanistan e quella Ucraina e in più dobbiamo fare fronte all’emergenza sfratti.

Capisco le difficoltà e siamo pronti a dare il nostro contributo limitatamente a quello che possiamo fare, ma a questo tavolo io devo portare anche le esigenze della mia comunità. Treviso non ha spazi da mettere a disposizione per il bando, se li avessi li userei per i cittadini».


LA RICHIESTA
Nella Marca di posti se ne cercano altri 450, di cui 50 destinati a minori non accompagnati. La Prefettura confida di recuperare sia centri collettivi, sia piccole unità abitative. Una mossa preventiva in vista di future assegnazioni. Se il Ministero dell’Interno dovesse incalzare il territorio, occorrerà farsi trovare pronti. O almeno il più attrezzati possibile. I grossi hub, l’ex caserma Serena di Dosson e l’ex Zanusso di Oderzo, sono già pieni: e oltre i numeri previsti è impossibile andare se non con il rischio di rivedere le scene di protesta e i disordini di un paio di anni fa, in piena emergenza Covid. Rimangono pochi posti soltanto nelle piccole strutture, ridotte al lumicino in seguito al decreto Salvini che aveva di fatto reso quasi impossibile proseguire con l’accoglienza diffusa. Da qui l’esigenza di procedere a un nuovo bando rivolto sia ai soggetti privati che ai Comuni. Le prime risposte sono già arrivate. «Stiamo acquisendo le varie manifestazione di interesse pervenute - spiega il vicario prefettizio Antonello Roccoberton -. Nei prossimi giorni le passeremo al vaglio e faremo la conta dei posti. Al momento non siamo in emergenza. Rimangono ancora alcuni posti disponibili nelle strutture già attive, con cui tamponare eventuali assegnazioni». Ma gettando lo sguardo ai prossimi mesi, è chiaro che la provincia ha bisogno di ulteriori alloggi da destinare all’accoglienza. Gli ultimi migranti assegnati alla Marca sono arrivati la settimana scorsa. Ci sono gli africani arrivati da Guinea, Mali, Costa d’Avorio ma anche Maghreb sfidando il Mediterraneo. E i profughi del Medio Oriente, che arrivano principalmente via terra, lungo la rotta balcanica. Sono soprattutto afghani, pakistani e bengalesi. A metà marzo la Prefettura aveva convocato un tavolo dedicato al tema dell’accoglienza migranti, incontrando i gestori di piccoli e grandi centri per immigrati. Della questione era stata interessata anche la conferenza dei sindaci e la sua presidente Paola Roma, nel tentativo, l’ennesimo, di coinvolgere i comuni in una partita dalla quale hanno sempre cercato di tenersi fuori, non avendo a loro volta spazi da offrire e dovendo far fronte già per i propri cittadini a una dilagante crisi degli alloggi.

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