Aldo Aceto muore 3 anni dopo la moglie: il piccolo Daniele ora resta solo

Sabato 4 Luglio 2020 di Elisa Giraud
TRAGICO DESTINO Aldo Aceto e la moglie nel giorno del matrimonio

CONEGLIANO - Se n'è andata un'anima bella. Il mondo del rugby piange la morte di Aldo Aceto, 55 anni, abruzzese di origine, veneto d'adozione. Un'anima bella, come lo hanno definito gli amici, che ha lottato fino alla fine. Lo ha fatto soprattutto per il figlio Daniele, 10 anni, che ora è orfano dei genitori. Tre anni fa, infatti, è morta anche la moglie di Aldo, Niloufar Tadayyon detta Nilu, medico nefrologo che lavorava al Santa Maria dei Battuti dal 2009. Aldo lottava contro il tumore dal 2013 e con il peso della malattia ha affrontato anche quella della moglie che ha dovuto arrendersi prima di lui. Il cancro al seno se l'è portata via in quattro anni. Nella città del Cima, dove si era trasferito per seguire la moglie, Aldo era coordinatore del settore minirugby del Rugby Conegliano. La società gli ha dedicato i versi della poesia The running game di Peter Fenton. «Ne usciamo profondamente addolorati. Tutta la società è in lutto per questa perdita ha scritto inoltre il Rugby Conegliano - Una persona unica, un giocatore, un allenatore, un amico. Un abbraccio a tutta la sua famiglia».

CHI ERA
Nato a Chieti, Aldo avrebbe compiuto 56 anni il 15 novembre. Dell'Abruzzo, terra di rugby, portava con sé la passione per la palla ovale. Dopo la morte della moglie, si era nuovamente trasferito a Padova. Il rugby giocato lo incontra nel 1990: due anni al Titanus Rugby Vicenza, poi in sequenza Monselice, CUS Padova, Mirano, di nuovo CUS Padova e Monselice. Nel 1998 il primo tesseramento come allenatore terzo livello, da lì una passione per l'insegnamento mai passata. Nel 2015 l'inizio della collaborazione con il Comitato Regionale Veneto Rugby, entrando nella struttura tecnica come responsabile dello sviluppo del settore femminile. 

IL LIBRO
Aldo, dopo la morte della moglie, ha racchiuso in un libro il suo vissuto. Le sue memorie, si può purtroppo dire oggi. Un libro che ha intitolato Tumorato da Dio Scombinati racconti di umore, timore e tumore. «Il primo anno di malattia è stato per me un anno di inaspettata allegria ha scritto - La malattia mi ha in un certo senso alleggerito il futuro. Tutto era diventato più chiaro. I desideri più esatti, i problemi più leggeri, anzi alcuni sparivano. All'improvviso acquistavano maggior valore i momenti liberi, quelli passati assieme agli amici, a mia moglie, a mio figlio. Fino al fatidico momento dell'inizio della malattia di mia moglie. Anche lei si ammala di tumore, al seno. Questa situazione mi ha distrutto, dall'inizio alla tragica fine della sua morte. Ho provato quella sensazione di impotenza che è l'unica vera situazione di dolore emotivo che abbia mai provato. Non avrei mai pensato a rendere pubbliche le mie riflessioni se non per il fatto che possa contribuire, anche minimamente, a dare equilibrio a chi, in una fase della propria vita si viene a trovare nella stessa situazione. Dedico con forza tutto quello che di buono può venirne fuori alla mia amata defunta Nilu, accollandomi io invece tutte le conseguenze negative che questo scritto può causare. A Nilu, cui l'unica preoccupazione era quella di preservare dalla sofferenza me, nostro figlio e i suoi familiari, tenendo per sé molte delle sue dolorose emozioni». Parole che delineano l'animo sensibile di Aldo.

L'ultimo saluto sarà dato lunedì 6 luglio alle 18 negli impianti sportivi del CUS Padova.

Da questa mattina alle 11, nella sala del commiato dell'agenzia funebre Santinello (via Turazza 23, zona Stanga, Padova) si potrà dare un ultimo saluto ad Aldo, previa telefonata (allo 049 8021212). Questo sarà possibile fino a lunedì alle 17, poi il feretro sarà portato al campo del Cus Padova per il saluto finale.

Ultimo aggiornamento: 5 Luglio, 10:13 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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