Maradona e la pattinatrice d'oro: «Ecco come ho stregato Diego. E quel mazzo di 40 rose rosse...»

Domenica 29 Novembre 2020 di Tina Ruggeri
Maradona e la pattinatrice d'oro: «Ecco come ho stregato Diego. E quel mazzo di 40 rose rosse...»

«Aspettate un attimo che voglio parlare con Chiara». Sono le prime parole che la Sartori, ex campionessa trevigiana di pattinaggio artistico negli anni Ottanta, ricorda di Diego Armando Maradona. «L'ho incontrato la prima volta proprio a Roma, nel febbraio del 1987, in occasione dell'Atleta d'Oro Diadora dove Maradona era il premiato d'eccellenza.

Aveva appena vinto il Mondiale ed era osannato come il miglior giocatore di sempre».


IL LEGAME
Da quella sera è iniziato il rapporto tra la pattinatrice trevigiana e il campione argentino. «Diciamo che è nata una sorta di dolce amicizia - continua Chiara - Ricordo che chiese ai giornalisti di farsi da parte e attendere per le interviste perché voleva parlare con me e farsi una foto. Quella pubblicata sul Gazzettino ritrae esattamente quel momento. Diego era una persona speciale, di una dolcezza e di una simpatia travolgente. E soprattutto educato, almeno con me. Dopo pochi giorni mi chiamò a casa. Era riuscito a rintracciarmi non so come. Era stato invitato al carnevale di Venezia e mi chiese di andare con lui. Dovetti declinare: avevo la varicella. Il giorno dopo mi inviò a casa a Treviso un mazzo di rose rosse. Quaranta. Con un biglietto che conservo ancora come una reliquia con scritto con ammirazione e stima. In occasione della medaglia d'oro mondiale che ho vinto nel settembre 1987 in Nuova Zelanda mi ha mandato altre rose. L'amicizia è proseguita per qualche tempo, poi mi sono ritirata e trasferita a Trieste per studiare psicologia e perdemmo i contatti. Posso dire che Diego era un caro amico, una persona speciale, una sensibilità infinita e uomo di grandissima generosità e bontà. Forse la sua bontà ha permesso a molti di approfittarsi di lui. Non commento le critiche o altro. Per me era e rimane la persona che ho conosciuto e che mi è rimasta nel cuore».


IL CALCIO
Chiara Sartori, pattinatrice dei record, 9 medaglie in tre mondiali, tra le più grandi di tutti i tempi, dopo i riflettori grazie al pattinaggio è tornata a Treviso nel 2006 quando è nata la sua prima figlia, Martina (pallavolista nell'Albatros). Dopo vari passaggi lavorativi è diventata dipendente della Regione Veneto e da giugno distaccata agli uffici provinciali del Sant'Artemio della Protezione civile. L'altro suo figlio, Gabriele, ha dieci anni e gioca nelle giovanili del Venezia. E non è l'unico legame che Chiara ha ancora con il mondo del calcio: «Sono praticamente ospite fissa della Juventus. Come tanti altri personaggi che si sono distinti nello sport, da Tania Cagnotto a Federica Pellegrini, tutti tifosi bianconeri, abbiamo dato in prestito al museo della Juventus pezzi della nostra storia sportiva. Io ho portato i miei pattini, un costume e una medaglia. E ogni anno alla cena di Natale sono tra gli invitati d'onore. Tifo Dybala e vedo mio figlio giocare con le caratteristiche di Cuadrado».
 

Ultimo aggiornamento: 14:49 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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