Mangia cibi di cui è allergico alla mensa scolastica: bimbo finisce all'ospedale. «Si cambi ditta»

Martedì 24 Maggio 2022 di Annalisa Fregonese
Mensa scolastica (foto di archivio)

ODERZO - Raccolta di firme fra i genitori per chiedere al Comune di cambiare la ditta che si occupa della ristorazione alla mensa delle scuole comunali: materne, primarie e medie Amalteo. «Non si tratta di capricci infantili o bimbi viziati che non vogliono mangiare - dicono - C'è addirittura il caso di un piccolo finito all'ospedale per un problema di intolleranza: gli era stato dato un cibo che non doveva mangiare».

Altri bimbi con dieta speciale si sono ritrovati sul piatto una pietanza ordinaria.

LE DIFFICOLTÀ
«Il primo piatto viene fornito separato dal sugo e i bambini dai 6 ai 10 anni devono condire la pasta da soli racconta una mamma - Il secondo piatto è naturalmente a temperatura ambiente perchè arriva da un viaggio. Le verdure crude non hanno condimento. L'acqua bisogna portarsela da casa. Il costo del pasto è di 4,50 euro». C'è un papà che fa parte del comitato mensa di assaggio. Con regolarità va a pranzo a scuola e poi compila la relativa scheda. «Tutte le schede che io ho compilato, e sono state sei, dall'8 marzo al 10 maggio, sono state ritirate il 16 maggio con la spiegazione che, non essendoci un locale adibito a mensa, non si pensava che qualcuno potesse presentarsi lì per gli assaggi» aggiunge questo papà. «Siamo esasperati riferiscono dal comitato mensa sono due anni che lamentiamo disservizi e non veniamo ascoltati. Crediamo che tutti i bambini abbiamo diritto ad avere un piatto caldo e buono. E i genitori devono avere la tranquillità di sapere che il loro figlio mangia» Ad una riunione con la ditta che fornisce il servizio «il loro responsabile della qualità ci ha chiesto di inviare loro via mail la segnalazione quando avveniva qualcosa che non andava - continua il comitato - Così abbiamo cominciato a farlo. Sono poi arrivate mail e documenti protocollati dal Comune in cui si vieta ai comitati mensa di intercedere con i funzionari tramite mail e qualsiasi altro strumento diverso dalle sole schede valutazioni da compilare in loco durante gli assaggi. Ma poi queste schede non vengono ritirate».

LA RISPOSTA
La sindaca Maria Scardellato è intervenuta con un lungo e puntuale post su Facebook per «Fornire alcuni chiarimenti in merito all'informativa sulle criticità sul servizio di ristorazione scolastica. Dall'inizio del nuovo contratto di appalto (il primo settembre 2021,) sono state eseguite due ispezioni da parte dell'Autorità Sanitaria, sia presso il Centro Cottura che presso la Scuola Parise. Tali ispezioni non hanno rilevato alcuna non conformità o violazione delle norme igienico-sanitarie nelle fasi di produzione, spedizione, trasporto e somministrazione di pasti e delle diete speciali». La sindaca è passata poi ai casi contestati: «Per quanto riguarda il caso del favismo, non c'è stata alcuna mancanza da parte della ditta in quanto il menù di quel giorno non conteneva nulla che il bambino non potesse mangiare. C'è stato solo un malinteso perché le insegnanti, che a ragione non sono formate sulla corretta gestione delle diete speciali, non vedendo il pasto speciale, hanno ritenuto precauzionalmente di evitare al bambino la consumazione del pasto ordinario, sebbene privo di allergeni per lui pericolosi». Ad oggi, sostiene la sindaca, non si sono verificati episodi gravi di violazione del capitolato speciale d'appalto, «con la sola eccezione dell'errata somministrazione, ad inizio anno scolastico, di una dieta speciale.

L'errore è stato sanzionato con la relativa penale, e la dipendente che lo ha commesso è stata tolta da quel servizio. L'episodio della mancata somministrazione di due pizze per bambini con dieta priva di lattosio è stato gestito con l'invio entro i 30 minuti, come previsto dal capitolato speciale d'appalto, dei due piatti mancanti. Nell'altro episodio della mancata somministrazione delle pizze, invece vi è stata un'incongruenza nell'invio dei dati in fase di prenotazione da parte del sistema informatizzato. Non potendo intervenire entro il termine di 30 minuti, agli utenti è stato immediatamente riaccreditato il costo del pasto». Infine la lamentela che il Comune negherebbe ai genitori il diritto alla segnalazione e che non ha trasmesso alcune schede-assaggio e verbali: «Posso dichiarare che è impossibile, per un ente pubblico, impedire la ricezione di email, lettere o segnalazioni. L'amministrazione, con la ditta affidataria e con il comitato mensa, continueranno a ricercare un continuo miglioramento del servizio».

 

Ultimo aggiornamento: 27 Maggio, 13:47 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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