Mamma morta al nono mese di gravidanza, Marina riposerà abbracciata al suo bambino

Sabato 19 Dicembre 2020
Mamma morta al nono mese di gravidanza, Marina riposerà abbracciata al suo bambino

SAN BIAGIO DI CALLALTA (TREVISO) - L'autopsia ha confermato la diagnosi: Marina Lorenzon è morta a causa della rottura di un aneurisma congenito. Quanto supposto sin dall'inizio dai medici è stato appurato dall'esame autoptico. Ora si attende di sapere quando verranno programmati i funerali della mamma 38enne di San Biagio di Callalta, morta martedì scorso improvvisamente al termine del corso prenatale. 
Don Devid Berton, che ha subito cercato di offrire conforto spirituale e di agevolare la famiglia nell'organizzazione delle esequie sta attendendo il nulla osta per programmare l'ultimo saluto a Marina e a Keilen il bimbo che portava in grembo. 


Il padre del piccolo, il musicista cubano Gerardo De Armas, in questi giorni è protetto dall'affetto dei genitori di Marina, Guliano e Mariateresa Lorenzon, e della sorella Elena.  Dopo le esequie probabilmente partirà per Roma, dove ha sede il complesso con cui collabora stabilmente in Italia. «Ma qui resta sempre una parte della sua famiglia» assicura Elena Lorenzon.


TANTO AFFETTO

In molti in questi giorni hanno voluto inviare un pensiero d'affetto alla famiglia: dai compagni dell'istituto di Agraria di Piavon, a quelli universitari, sino agli amici e a quanti aveva intercettato nelle sue numerose vite. 
Maria era solare, aperta e senza pregiudizi. Piena di idee, intraprendente, adorava gli animali, i bambini e la musica. Per le nipotine era la zia del cuore, anche dopo il trasferimento a Londra. 
Due anni fa infatti aveva scelto di tagliare i ponti con una parte della sua vita e di ricominciare tutto a Londra.

Ed era proprio in Inghilterra, dove pian piano si era ambientata e aveva imparato la lingua, che sulla sua strada era apparso Gerardo. Era reduce da una relazione di lungo corso, Marina. Una delle cause che l'avevano portata lontano dall'Italia. Ma quello con il musicista cubano, anche a detta della sua figlia, era il grande amore. «Vivevano in simbiosi, condividevano tutto - ricorda la sorella Elena - Marina era una donna generosa, anche negli affetti. Con Gerardo aveva scelto di cambiare radicalmente vita, e di seguirlo nella sua professione. Insieme al piccolo Keilen».


UN TERRIBILE DESTINO

La gioia di un bambino avrebbe dovuto coronare il loro Natale. Purtroppo però martedì, dopo il corso, all'improvviso quella malformazione genetica, probabilmente presente dalla nascita, è esplosa con una violenza inaudita. E a tutti è parso chiaro che la situazione era disperata. Ora che l'autopsia ha chiarito definitivamente la dinamica dei fatti, resta il gesto più profondo e importante.
La sorella Elena e i famigliari stanno cercando in ogni modo di esaudire quello che- intuiscono- fosse il desiderio più grande: poter riposare abbracciata al suo piccolo. 
Elena Filini

Ultimo aggiornamento: 12:19 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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