Mamma morta al nono mese di gravidanza, il compagno: «Io e Marina vivevamo in simbiosi, non so darmi pace»

Venerdì 18 Dicembre 2020 di Elena Filini
Mamma morta al nono mese di gravidanza, il compagno: «Io e Marina vivevamo in simbiosi, non so darmi pace»

SAN BIAGIO (TREVISO) - «Marina era tutto il mio mondo». Gerardo De Armas è rimasto solo: nella casa dei genitori, stretto dall'affetto di chi sta cercando a tutti i costi di farlo sentire un figlio. Ma spezzato a metà, ancora sotto choc. 47 anni, nato a l'Avana, il compagno di Marina Lorenzon aveva lasciato Londra per far nascere quel figlio tanto desiderato in Italia, come lei voleva. «Vivevamo in simbiosi, non so darmi pace» ha ripetuto ai genitori di Marina.

La sua è una tragedia nella tragedia: musicista molto conosciuto nel genere afro cubano, apolide, con Marina aveva trovato il proprio centro. E lei, generosa sempre nell'affetto come nella vita, aveva scelto di seguirlo. Proprio per quell'amore oggi i famigliari di Marina lasciano spalancate le porte del proprio cuore. «Da noi potrà stare finchè lo desidera. E tra noi resterà sempre un legame fortissimo» spiegano. Oggi sarà effettuata l'autopsia sul corpo della mamma 38 enne, mancata insieme al suo bambino forse per un aneurisma. Ieri intanto la sorella Elena ha potuto parlare in maniera più approfondita con i sanitari per cercare di ricostruire quelle ultime drammatiche ore.


CASO RARO

«Mi è stato spiegato che l'aneurisma non è legato alla gravidanza. Era probabilmente una patologia pregressa mai diagnosticata che con il maggior flusso e dilatazione dei vasi ha manifestato il suo problema di funzione. Succede una volta su un milione. Purtroppo l'emorragia addominale ha sottratto sangue che alimentava il bambino, lo choc legato all'emorragia ha provocato la morte anche del piccolo Keilen». Le compagne di corso prenatale di Marina si sono messe in contatto con la famiglia.


I TESTIMONI

«Era terminato il corso e Marina si era intrattenuta con me per parlarmi di un libro- ha spiegato una delle future mamme, Moira- si è sentita male davanti a me». A quel punto è stata stesa, tra le ragazze c'era un'infermiera che ha iniziato a praticarle il massaggio cardiaco mentre le altre chiamavano il 118. «Pregavano e si alternavano nel massaggio cardiaco. Anche loro, come noi, hanno sperato nel miracolo- continua la sorelle- avranno sempre la nostra gratitudine. Marina è morta tra angeli e questo ci conforta molto». Resta ancora per i famigliari il mistero di quel problema congenito, in una ragazza che all'apparenza sprizzava salute. Per questo sarà importante capire cosa rileverà l'autopsia sul corpo della donna. Perchè, ribadiscono i genitori: Marina era sempre stata bene. «Marina era coraggiosa, volenterosa, tenace e piena di energia-prosegue la sorella- Aveva un fisico forte. Ha fatto un sacco di lavori, anche i più umili: ha lavorato in stalla con le vacche, maiali e cavalli. Amava la natura, ha trascorso una gravidanza perfetta, senza disturbi. Davvero si fatica a comprendere come a dieci giorni dal termine possa essere successa questa tragedia». Un caso su un milione: il dato statistico è sconfortante. Accade di rado, ma accade. E ora la tragedia ha invaso la vita della famiglia Lorenzon: papà Giuliana, mamma Mariateresa, Elena e la sua famiglia e Gerardo. «Era curiosa e voleva viaggiare. Voleva imparare il cinese e il russo. Era amante della vita, piena di risorse. Priva di preconcetti» conclude la sorella.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Potrebbe interessarti anche

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci