C'è un trevigiano dietro i vincitori:
«Li ho aiutati a prendere Il Volo»

Lunedì 16 Febbraio 2015 di Elena Filini
C'è un trevigiano dietro i vincitori: «Li ho aiutati a prendere Il Volo»
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Piacciono pazzamente alla piazza e la critica si diverte a chiamarli "Il volo di Icaro". Ma c'è da attendersi che "Grande amore", che nel primo giorno di apparizione ha già totalizzato 3 milioni di visualizzazioni e che a Sanremo ben rappresenta l'immarcescibilità della canzone melodica all'italiana, diventerà un successo d'esportazione. Sulla vittoria de Il Volo a Sanremo un parere autorevole viene da Diego Basso, l'arrangiatore e concertatore trevigiano che ha diretto Gianluca, Piero e Ignazio in alcune date lungo la penisola e nel grande concerto in Senato il 21 dicembre scorso. "Non capisco tutto questo accanimento. Forse li hanno presi di mira perchè non sono passati per un talent" butta lì sulla strada di ritorno dalla città dei fiori, dove ha trascorso la settimana. Fondatore dell'Orchestra ritmica italiana e direttore di Art Voice Academy e del settore pop della Filarmonia Veneta, celebre volto televisivo nelle trasmissioni di Paolo Limiti, Basso collabora con i big della musica italiana da un ventennio.

E' arrivato alla collaborazione con Il Volo dopo averne in qualche modo osservato la parabola: quello dei tre ragazzi è infatti un progetto discografico sorvegliatissimo, dalla costituzione nel 2009 a "Ti lascio una canzone" al primo album prodotto da Humberto Gatica e Tony Renis fino al lancio negli Stati Uniti e in Francia, Paesi Bassi, Austria e Sudamerica e, nel 2011, Malesia Taiwan e Australia. Dietro a tre ragazzi che si sono imposti grazie alla canzone napoletana e alla melodia sta, è evidente una macchina industriale che non sbaglia un colpo e si prepara, grazie a Sanremo, ad invadere il mercato italiano.

«Ero a Sanremo, insieme al trio- spiega- e al di là di ogni operazione marketing, la loro è stata una vittoria che giudico meritata. Una vittoria popolare che premia un insieme nuovo che sta davvero funzionano».

Il mondo della musica colta si è però rivoltato contro questa operazione. Secondo lei perchè?

«Non so spiegarmelo. In fondo questi ragazzi hanno trovato una chiave inedita e trasversale per far tornare ad essere l'idea di lirica, intesa anche come voce lirica, popolare».

Che tipo di figure artistiche sono?

«Sono professionisti seri, ragazzi che studiano. Sono solidi, hanno una confidenza col palcoscenico che strabilia, hanno una maturità da artisti navigati, ma insieme sono leggeri, per nulla ansionsi. Hanno talento e perseveranza. E, secondo me, hanno presentato il pezzo giusto».

Quindi "Grande amore" diventerà un hit?

«Io ci scommetto perchè con questo pezzo italiano di respiro internazionale hanno trovato una vera identità, e il pubblico sta già dimostrando che hanno fatto breccia».

Pare non abbiano preso bene le critiche però

«Siamo stati insieme fino a notte fonda sabato: erano felici e un po' increduli. Il loro obiettivo era quello di farsi conoscere dal pubblico italiano e Sanremo è ancora la vetrina migliore. Certo non fa piacere essere salutati con così tanta freddezza, ma io sono convinto che questi ragazzi siano una forza dell'Italia».

La vittoria de Il Volo segna un ritorno delle grandi voci sulla scena della canzone, in linea con un festival che - sotto molti profili - possiamo definire conservatore?

«Credo che l'Italia non abbia mai perso l'amore per la melodia e le grandi voci anche nel pop e soprattutto a Sanremo. Ora più che mai, mi pare che il mercato sia pronto ad un ritorno della lirica in chiave nuova. Anche la presenza del chitarrista interprete che ha proposto Tosca rock dimostra che il gusto stia subendo una virata: io stesso sto promuovendo uno spettacolo che si intitola "L'opera è rock"».

A Sanremo c'erano altri artisti con cui lei ha collaborato, tra cui Malika Ayane e Chiara. Cosa pensa della loro partecipazione al festival?

«Malika è un'artista curatissima, con uno stile personale e un pezzo costruito e levigato sulle sue qualità. Chiara è una voce, una brava cantante, ma credo fatichi ancora a trovare una sua dimensione».
Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 07:11 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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