Stagionale stroncata dal Covid durante la vendemmia del Prosecco: è morta in casa senza soccorsi e senza tampone

Domenica 3 Ottobre 2021
La vendemmia del Prosecco
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VALDOBBIADENE - Un focolaio di Covid tra i lavoratori stagionali arrivati dalla Romania per partecipare alla vendemmia sulle rive del Prosecco, cuore del territorio Docg. È quello scoperto dall’Usl di Treviso dopo la morte di una donna di 48 anni, di origini rumene, ingaggiata assieme ad altri 14 connazionali dall’azienda agricola “Marsura Natale” di Valdobbiadene. Nessuno di loro, stando a quanto emerso, era vaccinato.

Il gruppo era arrivato nella Marca in pullman lo scorso 17 settembre, per poi trovare alloggio a Guia di Valdobbiadene. 

Lavoratrice stagionale morta: cosa è successo


È proprio qui, in uno degli appartamenti di Guia messi a disposizione dall’azienda, che la lavoratrice 48enne è stata trovata priva di vita venerdì sera, 1 ottobre. L’ipotesi era che fosse stata tradita dal cuore, che fosse stata colta da un improvviso infarto. Così sembrava dopo l’allarme lanciato al 118. Ma i sanitari, dopo aver constatato il decesso della donna, hanno deciso di effettuare un tampone sulla donna. Anche perchè, stando alle testimonianze raccolte, nei giorni precedenti alla sua morte la lavoratrice aveva in effetti manifestato sintomi del tutto compatibili con un’infezione da Coronavirus. Ma nessuno aveva chiesto l’intervento di un medico né tanto meno aveva consigliato alla donna di rivolgersi all’ospedale. L’esito del tampone è stato inequivocabile: la 48enne era positiva al Covid. Ma non solo: anche la compagna di stanza, di 45 anni, era stata contagiata. E le sue condizioni erano talmente critiche, che i sanitari hanno subito deciso di trasferirla in ospedale, dov’è stata ricoverata, nel reparto di Rianimazione del Ca’ Foncello di Treviso. 

Rischio focolaio Covid nell'azienda vitivinicola Marsura Natale


Per gli altri 13 lavoratori rumeni e per altre 5 persone, tra titolari e dipendenti dell’azienda vitivinicola Marsura Natale, è scattata l’immediata quarantena. Nella giornata di ieri il Dipartimento di Prevenzione dell’Usl 2 ha effettuato i tamponi su tutti e 18: i primi test sono risultati negativi per 17 di loro, mentre uno dei lavoratori rumeni (in totale erano arrivati nella Marca sei uomini e otto donne), era positivo. Oggi è atteso anche l’esito del riscontro molecolare, ma nelle prossime 72 ore verranno sottoposti a un ulteriore screening. «Stiamo monitorando la situazione con estrema attenzione vista la gravità dei casi con cui è esordito questo cluster – afferma il direttore generale dell’Usl Francesco Benazzi –. Nel frattempo voglio ricordare a tutti che è importantissimo non sottovalutare la sintomatologia Covid e segnalare tempestivamente eventuali problemi per dar modo ai sanitari di intervenire con adeguata terapia prima possibile. Un appello va inoltre rivolto a tutte quelle comunità, Paesi dell’Est in primis, che finora hanno aderito con basse percentuali alla vaccinazioni: di Covid, e questa drammatica vicenda lo conferma, si può morire anche in età non avanzata. Vaccinarsi è fondamentale, per proteggere noi stessi e chi ci sta vicino».

Manodopera per la vendemmia e Covid: quali regole bisogna seguire?


L’attenzione ora si sposterà sulle procedure dell’azienda nel reclutamento della manodopera e sui controlli effettuati. «Avvieremo unindagine interna - spiega il presidente di Confagricoltura Giangiacomo Bonaldi - I nostri viticoltori non devono far prevalere la logica del profitto sulla salute. E non possono disattendere le indicazioni delle associazioni. Eravamo stati chiari: o vaccino o tampone». Bonaldi legge quanto accaduto durante la vendemmia come un «brutto segnale che arriva dal mondo del Prosecco», e spiega che il problema è stato sentito più fortemente in collina, dove la raccolta è manuale e ci sono grandi difficoltà nel reperire personale. «Mi chiedo come mai siano stati trascurati i sintomi di quella lavoratrice. Cè un problema generale nel reclutamento: non tutte le cooperative che smistano il personale stagionale danno le stesse garanzie. Lunica strada è il vaccino». Sulla stessa linea il segretario generale della Flai Cgil di Treviso Rosita Battain: «Non c’è l’obbligo di Green pass, almeno fino a metà ottobre, ma c’è l’obbligo di rispettare i protocolli di sicurezza, e se ci sono sintomi scatta l’obbligo, non solo morale, ma anche civile, di lanciare l’allarme. Si tratta di un episodio gravissimo. I lavoratori immigrati sono la frangia più fragile e indifesa rispetto a questi fenomeni: ci deve fare riflettere il fatto che un sistema che crea un prodotto di alta gamma e grandi profitti sia retto dal sacrificio di lavoratori poco tutelati, su cui ci deve essere più attenzione». 

Ultimo aggiornamento: 16 Aprile, 21:45 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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