Treviso. Nella Marca carrello della spesa sempre più caro: +10 per cento anche il panino

Venerdì 12 Gennaio 2024 di Mauro Favaro
Treviso. Nella Marca carrello della spesa sempre più caro: +10 per cento anche il panino

TREVISO - Carrello della spesa impazzito. L’inflazione non sta più galoppando come qualche mese fa. Ma questo non ha cancellato i rincari sui beni di largo consumo nella Marca. Tra l’inizio del 2023 e l’ultima parte dello stesso anno sono stati registrati aumenti con un picco che ha addirittura sfiorato quota 245%. È il caso dello shampoo, che sembra valere oro. Lo scorso gennaio il prezzo medio di un flacone da 250 millilitri superava di poco i 2 euro. Adesso si è oltre i 7 euro. Si possono trovare soluzioni più economiche, vero. Fatto sta la media indica un andamento generale tutt’altro che al ribasso. E poi lo si vede nel conto. Anche perché i rincari non finisco qui.

I DATI

L’Osservatorio prezzi e tariffe del ministero delle Imprese e del Made in Italy li mette in fila in modo preciso. In meno di un anno l’olio extravergine di oliva è aumentato di quasi il 40%: si è partiti da una media di 6 euro e si è arrivati a una media di oltre 8 euro e 30 centesimi per un litro. Tra i prezzi che hanno subito un’impennata si ritrova anche quello del biglietto dell’autobus della Mom: da 1,50 a 2 euro per il ticket urbano, come ha sancito la revisione del tariffario scattata lo scorso luglio. È aumentato pure il gelato. Nemmeno l’arrivo dell’inverno, che nello specifico può essere visto come “bassa stagione”, è stato sufficiente per calmierare i prezzi. Per comperare una vaschetta da un chilo nel trevigiano bisogna tirare fuori in media più di 5,30 euro. All’inizio del 2023 bastavano 4,40 euro (+21%). I rincari tra il 10 e il 15%, poi, quasi non si contano: dal tonno in scatola al detersivo per lavatrice, dal riso al caffè tostato, fino alle bevande gassate e alla passata di pomodoro. Fermo restando che ci possono essere diverse variabili, si è registrato un rincaro di più del 10% anche per un panino al bar: da poco più di 4,20 euro a una media di 6,50 euro nei locali della Marca. La carta igienica segue a ruota, così come le patate surgelate e il dentifricio.

LE SOLUZIONI

È chiaro che si possono fare scelte che ridimensionano il conto della spesa. Ma le difficoltà economiche si trascinano dietro pure altri rischi, non ultimi quelli sanitari, legati a un’alimentazione non corretta. Il trimestre anti-inflazione lanciato dal governo alla fine dell’anno scorso può aver dato una mano, di sicuro però non ha fatto la differenza in modo netto sui listini e sulle vendite. «E purtroppo ci potranno essere ulteriori aumenti – avverte Claudia De Marco, presidente Federconsumatori di Treviso – l’inflazione si è un po’ fermata. Alla luce delle politiche sui tassi, almeno questo, verrebbe da dire. Ma ancora non basta». Inoltre bisogna fare i conti con quella che per molti resta ancora un’incognita: la fine del mercato tutelato per il gas. «Ad oggi non esistono nel mercato libero tariffe più vantaggiose rispetto a quelle del mercato tutelato. In sintesi, le famiglie andranno a spendere di più per il gas – spiega la presidente – e ci sono dei picchi sconfortanti. In media il mercato libero risulta più caro del 49%. Con un picco di aumenti fino al 128%». Quest’ultimo dato vuol dire bollette del gas più che raddoppiate. Non va meglio nel caso delle offerte a prezzo variabile sul mercato libero, aggiungono dall’associazione, che mediamente costano l’11% in più rispetto al mercato tutelato. E chi decide di non scegliere un nuovo gestore? «È stato previsto una scivolo per fare in modo che non ci sia interruzione di servizio – specifica De Marco – ma dal punto di sta economico non è la scelta migliore».

LA SPERANZA

Di contro, ci sono alcuni beni di largo consumo, pochi per la verità, che tra gennaio del 2023 e lo scorso ottobre hanno visto i prezzi calare. Il prezzo del metano per autotrazione è sceso del 35,6%. E non è una cosa da poco per il sistema degli autotrasporti e per la distribuzione delle merci. Infine, sono calati i prezzi anche della candeggina (-25%), dell’olio di semi di girasole (-21,2%), del sapone liquido (-20%). Per quanto riguarda l’alimentare, si è tornati a risparmiare almeno un po’ sulla carne fresca di bovino, la media per un chilo e scesa da 20 a poco meno di 22,50 euro, e sul petto di pollo, che da 13,3 euro è sceso sotto quota 12,90 euro al chilo. 

Ultimo aggiornamento: 17:04 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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