Il giallo di Oderzo/ La difesa di Simone:
Giuliana non annegò e potevano salvarla

Domenica 16 Maggio 2010
Simone Moreira con la figlia Giuliana
TREVISO (18 maggio) - Giuliana non morta annegata. Questa la tesi sostenuta dalla difesa di Simone Moreira, la donna di 23 anni di Ponte di Piave (Treviso) accusata di aver ucciso la figlia di due anni, Giuliana Favaro, la sera del 2 settembre del 2009 a Oderzo (Treviso).



Il processo a carico di Simone è iniziato oggi davanti la Corte d'Assise di Treviso. Secondo l'accusa la donna, che fu arrestata pochi giorni dopo il fatto e rimase detenuta nel carcere di Belluno fino al 22 marzo scorso, avrebbe provocato la morte della piccola gettandola deliberatamente nelle acque del fiume Monticano.



La bimba fu recuperata morente alcune ore dopo dai vigili del fuoco. Simone Moreira, di origini brasiliane e separata dal marito, padre della bambina, ha sempre sostenuto di aver perso di vista la figlia mentre cercava alcuni oggetti nell'automobile, parcheggiata nei pressi del fiume, e di averla cercata invano, prima di dare l'allarme.



La difesa: non è annegata, porteremo le prove. I difensori oggi hanno espresso la convinzione che la causa del decesso della piccola non sia stato l'annegamento, e si sono riservati di produrre i relativi elementi di prova a sostegno di questa ipotesi.



I difensori: Giuliana poteva essere salvata. Secondo la difesa, se la piccola Giuliana Favaro subito dopo il recupero fosse stata trasportata «in un ospedale più attrezzato» rispetto a quello di Oderzo(Treviso) avrebbe probabilmente potuto essere salvata. Gli avvocati di Simone Moreira basano la propria tesi su una relazione ricevuta poche ore prima dell'inizio del processo e preparata da specialisti «veneti, ma non di Treviso». Lo stato in cui la piccola si trovava, inoltre, «non sarebbe da ricondurre con certezza alla lunga permanenza in acqua», sottintendendo con questo la possibile esistenza di cause della morte diverse da quelle fino ad oggi sostenute dall'accusa.



Il processo è stato aggiornato al prossimo 20 luglio, quando avrà luogo l'esame di altri testimoni. Fra i testimoni che hanno parlato oggi c'è anche l'ex compagno della donna, Michele Favaro, il quale, per quasi quattro ore, ha ricostruito il percorso che ha portato la coppia alla separazione, definendo Moreira «immatura, dedita all'alcol, collerica».



L'accusa ha tentato di interrogare Simone. I difensori, avvocati Alvise Tommaseo Ponzetta ed Antonio Forza, hanno stigmatizzato il tentativo dell'accusa di interrogare oggi Moreira, alterando l'ordine già stabilito delle deposizioni, e cercando, in questo modo, di «cogliere l'imputata impreparata».



La parte civile: occorre ricostruire la scena della sparizione di Giuliana. «La Corte ha respinto la richiesta - dice la difesa - ma la nostra assistita sarebbe comunque stata in grado di rispondere in modo adeguato». I legali delle parti civili hanno anche chiesto un esperimento giudiziale: la ricostruzione del teatro della sparizione della piccola nel modo più fedele, per poter compiere un sopralluogo nelle stesse condizioni di luce e di visibilità della notte in cui Giuliana è scomparsa nel fiume Monticano. Per far questo occorre aspettare le analogie climatiche possibili solo nello stesso mese in cui si è consumato il fatto, cioè settembre. «Se la velocità è questa - prevedono ancora gli avvocati di Moreira - prima del 2011 difficilmente si potrà giungere ad una sentenza». La tragedia di Oderzo, a questo punto si complica e il mistero sulla morte della bambina sembra infittirsi sempre di più.
Ultimo aggiornamento: 7 Aprile, 18:16 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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