Treviso, l'ultimo consiglio comunale dello Sceriffo Giancarlo Gentilini: «Esco ma non sono un "morituro". Vi starò sempre vicino»

Mercoledì 15 Marzo 2023 di Paolo Calia
L'ultimo consiglio comunale di Giancarlo Gentilini a Treviso

TREVISO - «Non sono un "morituro" e di certo vi resterò vicino». Giancarlo Gentilini è arrivato all'atto finale in consiglio comunale. Ieri,14 marzo, per l'ultima volta, si è seduto tra i banchi della maggioranza dando il suo contributo nell'approvare quel Piano degli Interventi ultimo documento strategico varato dalla giunta Conte. È stato il suo ultimo consiglio "operativo" dopo una parentesi durata ben 29 anni, dal 1994 in poi, passati con la fascia tricolore addosso (nove), da vicesindaco (dieci) e in consiglio (cinque all'opposizione altri cinque in maggioranza). Un'esperienza a tutto tondo, una pagina di storia della città che ieri si è chiusa. «L'unico difetto che riconosco in Gentilini - ha sottolineato il primo cittadino Mario Conte - è la data di nascita, quel 1929. Resterà per sempre nel cuore della città, dopo di lui il modo di amministrare è cambiato tantissimo: con lui il sindaco è uscito dal palazzo ed è andato in mezzo alla gente.

Ha fatto di ascolto e pragmatismo un modello da ammirare e imitare. Indossare la sua fascia pesa tantissimo». Parole accompagnate da un lungo applauso, più della maggioranza che dell'opposizione per la verità.

Lo sceriffo Gentilini lascia: «Non sono però un morituro»

Lo Sceriffo ha seguito tutto con un grande sorriso e con la consapevolezza che, alla fine della sua carriera da amministratore, ha saputo comunque seminare bene. «Nell'amministrare la città - ha sottolineato - ho sempre portato l'animo del piazzarotto. Ovvero di chi ama la città e i suoi cittadini. In tanti mi chiedono di non andarmene, ma c'è una barriera data dall'età. Ogni cosa inizia e finisce». Si scende qui, insomma. Poi, trattenendo a stento un gesto scaramantico di fronte a tanti complimenti, ridacchia: «Guardate che sono ancora qui, non sono certo un "morituro". Non pensate che vi molli. Io voglio vivere e restare in mezzo alla gente. E voglio che la prossima amministrazione faccia tesoro della lezione di Gentilini: vi voglio vivaci e combattenti. E mi auguro che questo sindaco torni a fare il sindaco». Le parole finali sono state salutate dall'ovazione della maggioranza e della giunta, tutti in piedi, e dall'applauso riconoscente anche degli avversari del centrosinistra. Poi c'è stato solo lo spazio per i doveri da consigliere, per foto ricordo e selfie con assessori e colleghi di ogni schieramento.

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