Giancarlo Gentilini dice addio alla politica: «Ho 94 anni, non voglio diventare un altro Berlusconi»

Mercoledì 22 Febbraio 2023 di Paolo Calia
Giancarlo Gentilini non si candida alle elezioni

TREVISO - Ci siamo: lo sceriffo lascia. Giancarlo Gentilini, 94 anni il prossimo agosto, dice addio alla politica. «Non ho più l'età», sottolinea canticchiando e col solito buonumore. Perché Gentilini avrà forse meno voglia di prima di stare sotto i riflettori, ma è ancora in ottima salute e pieno di energia. Solo che dopo due mandati da sindaco, due da vicesindaco e due da consigliere comunale (che fa 29 anni filati in municipio dal 1994 in poi), ha deciso che è arrivato il momento di farsi da parte. E quindi non si ricandiderà per un posto da consigliere alle prossime elezioni amministrative di maggio. E dire che la Lega gli avrebbe anche tenuto un posto in lista, magari anche come capolista. Ma lui, dopo aver tenuto un po' tutti in sospeso - «Non so se mi ricandiderò», diceva poco prima di Natale - adesso ha rotto gli indugi: «Non mi candido anche se in tanti me lo chiedono ancora - dice - non voglio diventare un altro Berlusconi, uno che non vuole lasciare anche quando ormai il tempo è arrivato. Non voglio che qualcuno arrivi a dirmi: "ormai sei vecchio, cosa vuoi ancora?".

Del resto la vita politica, come quella fisica, prima o poi finisce. Per me finisce solo quella politica, sia chiaro». E giù un'altra risata.

LETTERA DEL SINDACO MARIO CONTE A GIANCARLO GENTILINI ---LEGGI

Lo sceriffo Giancarlo Gentilini, chi e'

Negli ultimi due anni, anche per il timore del Covid, le sue presenze in consiglio comunale si sono diradate. Ma non i suoi giri in città: «Vado per i mercati, parlo con la gente. I cittadini mi vogliono ancora bene. Mi chiedono di non lasciare o di dare qualche indicazione su chi votare. Di me si fidano». Nonostante il passare degli anni, lo zoccolo duro dei fedelissimi resta intatto. Un tesoretto di voti appetibilissimo. E Gentilini lo sa molto bene. È lunga la fila di chi andrà a bussare alla sua porta, a tirarlo per la giacchetta. Ma lui mette già dei paletti: «Aiuterò sicuramente il sindaco uscente Mario Conte che, alla fine, ha fatto bene anche se deve concentrarsi solo sulla città. Deve fare come me, che ho rifiutato cariche e posti di ogni tipo per restare a Treviso. E aiuterò quei candidati nati con me nel 1994 e che hanno ben assimilato i miei principi. Che hanno fede nel "gentilinismo". Magari prossimamente non sarò sul palco principale della politica, ma di certo starò dietro a sostenere e consigliare chi mi ha seguito». Intanto, proprio con la Lega, ha fatto pace. Dopo anni turbolenti, dopo aver criticato i vertici del movimento da Bossi in giù, ora è più sereno al punto che due settimane fa è anche andato a votare al congresso provinciale movimentando l'assemblea con la sua sola presenza: «Ma la Liga che io voglio - ha ricordato con grande baldanza - è quella del 1994, nata nella mia Serravalle quando tutti venivano da me».

Le confessioni dell'ex sindaco

Guardando la sua trentennale carriera da amministratore, iniziata pochi mesi dopo essere andato in pensione da dipendente dell'ufficio legale della Cassamarca, Gentilini ammette un solo rammarico: «Non aver vinto le elezioni del 2013 (alla bella età di 83 anni si ricandidò come sindaco ndr). I cittadini, quella volta, non mi hanno capito. E la città è precipitata». Il 2013 fu l'anno dell'elezione di Giovanni Manildo, sindaco di centrosinistra, che mise fine alla lunga parentesi del Gentilini sindaco o vice: «Un peccato - continua - avessi vinto, avrei fatto due mandati tranquilli. I trevigiani non hanno creduto fino in fondo in me. Poi però si sono pentiti e mi hanno chiesto più volte di tornare. Mi fa un po' ridere pensare che nel 2013 ero considerato troppo vecchio per fare il sindaco, oggi però mi chiedono ancora di candidarmi. Ma ormai la scelta è fatta ed è inutile piangere sul latte versato. Però la mia Treviso è quella di Manildo non sono nemmeno paragonabili. Io ho portato l'aeroporto, ho rifatto la viabilità e ristrutturato le Mura senza sprecare un solo denaro del bilancio comunale. E all'epoca non c'era certo il Pnrr». Adesso le sue speranze sono riposte su Conte, che pure aveva contestato aspramente nel 2018 ritenendolo troppo giovane (ovviamente) per fare il sindaco: «Conte, devo dire, poi ha fatto bene. L'ho aiutato e lui ha saputo seguire le mie orme e merita di continuare a fare il sindaco. I suoi avversari (il candidato civico di centrosinistra Giorgio De Nardi, quello del Terzo Polo Nicolò Rocco e dei 5 Stelle Murizio Mestriner ndr) sono delle minutaglie, lasciamoli perdere». Eccola l'ultima zampata, con la chiusa: «Prendo atto che la mia vita politica è finita. Ma andiamo avanti».

 

Ultimo aggiornamento: 18 Aprile, 01:58 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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