Focolaio migranti a Treviso, il dottor Rigoli: «Tutti asintomatici il virus perde forza»

Lunedì 3 Agosto 2020 di Mauro Favaro
Focolaio migranti a Treviso, il dottor Rigoli: «Tutti asintomatici il virus perde forza»
1

TREVISO «Nessuno dei richiedenti asilo risultati positivi al coronavirus ha sviluppato i sintomi della malattia. Tutti gli ospiti dell'ex caserma Serena restano asintomatici. Si tratta di un dato fondamentale. Ogni giorno che passa rappresenta un balzo in avanti. Se nessuno si ammalerà, alla fine del periodo di quarantena potremo fare delle riflessioni importanti sull'attuale virulenza del Covid-19». Roberto Rigoli, direttore dell'unità di Microbiologia dell'ospedale di Treviso e coordinatore di tutti e 14 i centri di Microbiologia del Veneto, bada al sodo. Una cosa sono i contagi. Altra è lo sviluppo della malattia vera e propria. Bisogna fare tutto il possibile per arginare la diffusione del coronavirus. Allo stesso tempo, però, gli specialisti stanno valutando con estrema attenzione ogni risvolto clinico dei contagi. C'è da capire quante infezioni arrivino a causare più o meno gravi problemi di salute. Il rapporto attuale sembra distanti anni luce da quello registrato tra marzo e aprile, nel picco peggiore dell'epidemia. La conferma arriva anche dai reparti degli ospedali, che ormai registrano il ricovero di pochissimi pazienti positivi al Covid-19. Visto sotto questa luce, il focolaio dell'ex Serena, con i suoi 136 migranti positivi (su 293), più un mediatore culturale, dà la possibilità di verificare sul campo, in una situazione ben definita, quanti e quali danni riesce ancora a causare il coronavirus. 

Migranti guariti liberi di circolare? Il sindaco insorge: "Alla Cri ci sono ancora positivi, proseguire la quarantena"

Dottor Roberto Rigoli, come procede il monitoraggio sanitario nel centro di accoglienza? 
«L'attività è costante. Teniamo sotto controllo in particolare la sintomatologia. E al momento non ci sono preoccupazioni. I primi tre ospiti sono stati trasferiti nell'ospedale di comunità di Vittorio Veneto per motivi precauzionali. Gli altri continuano l'isolamento all'interno dell'ex caserma. Il prossimo screening (il primo dopo l'emersione del focolaio, già previsto per domani, ndr) ci consentirà di fare le prime valutazioni sull'andamento del contagio. E alla fine della quarantena potremo vedere quante persone si sono effettivamente ammalate e quante invece sono rimaste asintomatiche. A livello generale, oggi non vediamo più complicanze severe. Per questo ogni giorno che passa senza che nessuno sviluppi sintomi è un passo in avanti».

Focolaio all'ex Serena, caccia ai contatti dei migranti: al via i tamponi nei negozi del quartiere

Avete eseguito i tamponi anche sulle persone che hanno avuto contatti stretti con i migranti positivi al di fuori dell'ex Serena? 
«Abbiamo controllato in particolare i colleghi di lavoro di quattro aziende. In tutto 53 persone. Tra queste non è emersa alcuna positività. Nelle prossime ore allargheremo i controlli ai supermercati e ai negozi frequentati dai richiedenti asilo. Al momento, comunque, non ci aspettiamo nuove catene di contagi legate all'ex Serena». 

Come vengono fatti i controlli? 
«I tamponi vengono eseguiti in modo velocissimo. E oggi c'è anche la possibilità di fare il test rapido, in modo da avere una prima risposta nel giro di 7 minuti, per poi procedere con l'approfondimento definitivo con il tampone». 

Focolaio e disordini nell'ex caserma Serena: migrante aggredisce medico e infermiera Video

È previsto uno screening anche per chi abita vicino all'ex Serena? 
«Non è necessario. Ci si concentra sui contatti stretti, non su eventuali contatti sporadici».

C'è qualche ipotesi sull'origine del maxi-focolaio? Come ha fatto il Covid-19 a entrare nell'ex caserma? 
«Per ora non ci sono ipotesi. Ma sequenzieremo il virus che si è diffuso nell'ex Serena per valutare, a livello genetico, a quale ceppo appartiene. Con il sequenziamento del virus potremo cercare di ricostruire l'origine del focolaio».
 
Un super-lavoro per il centro di Microbiologia di Treviso, che adesso è diventato riferimento per tutto il Veneto. 
«A Treviso ci si concentrerà sull'analisi delle cariche virali.

Va chiarito se le persone che presentano cariche virali bassissime siano o meno contagiose. Questo potrebbe anche portare a una differenziazione delle positività. Tutti centri di Microbiologia, comunque, continueranno a lavorare assieme. Come hanno sempre fatto». 

Ultimo aggiornamento: 14:14 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci