Sempre meno figli, nel 2042 le coppie senza prole saliranno del 16%. Mamme e papà single in aumento

Tra le cause della denatalità la mancanza di opportunità concrete e fondi ingenti per le neo famiglie. Dal Forum: "Siamo la Cenerentola d'Europa per risorse investite in materia"

Sabato 19 Novembre 2022 di Redazione web
Famiglia con figli josue michel foto unsplash
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VENETO - Famiglie con figli? Le proiezioni non sono ottimistiche. In Veneto fra vent'anni aumenterà del 16% il numero delle coppie senza prole e si ridurranno del 22% quelle con figli di più di 20 anni. E del 24% quelle con almeno un figlio con meno di 20 anni. Questi i dati che emergono dall'analisi dell'Istat presentata questa mattina, 19 novembre, a Treviso ai delegati delle 32 associazioni che costituiscono il Forum delle associazioni familiari del Veneto, e che rappresentano a loro volta circa 83mila famiglie socie.

Le proiezioni sulla natalità

Le previsioni ventennali, illustrate dal presidente dell'Istat Giancarlo Blangiardo, prefigurano un'esponenziale crescita degli uomini senza figli con un +29%, nove punti sopra la media nazionale. Stessa percentuale di aumento per i padri single con almeno un figlio sotto i vent'anni, situazione che tocca in particolare la fascia di età compresa tra i 25 e i 45 anni con un picco del +80% nel segmento d'età 30-34 anni e quella tra i 60 e i 65 anni. I padri single con figli sopra i vent'anni aumenteranno del 77%, anche in questo caso un dato decisamente sopra alla media nazionale (+50%). Lievemente più contenuta è la crescita della variazione percentuale in relazione alle donne single, +24% in linea con la media italiana. Le madri single con almeno un figlio con meno di vent'anni aumentano per un +10%, in particolare per la fascia d'età compresa tra i 25 e i 45 e 60-65 anni, e del +3% le madri single con figli con più di vent'anni, sotto la media nazionale. Negli ultimi due decenni è mediamente aumentata di 2 anni l'età al parto, che passa dai 30 ai 32 anni. Tra gli uomini si raddoppierà la quota degli anziani “soli” tra i 75 e i 79 anni, ben +120%, così come tra gli over 80 e con più di 65 anni con una percentuale di variazione pari al +60%. Se oggi la popolazione a livello nazionale conta poco più di 36 milioni di abitanti nella fascia d’età tra i 20 e i 66 anni, la previsione per il 2051 è di 27,9 milioni. Così, gli ultranovantenni raddoppieranno, passando, secondo le stime, da 827mila a quasi 1,7 milioni. «Con una forbice così divaricata tra popolazione attiva e anziana l’intero sistema previdenziale e pensionistico, il welfare e la stessa sanità pubblica sono a fortissimo rischio, e se consideriamo la grave mancanza di medici di medicina generale nella nostra regione la prima incrinatura è già avvenuta. Oltre ai drammatici risvolti legati alla tenuta sociale di un mancato incrocio tra domanda e offerta di lavoro – spiega Adriano Bordignon, presidente del Forum delle Associazioni Familiari del Veneto – inevitabili conseguenze, unicamente per effetto delle variazioni demografiche, si registreranno nei decenni futuri (secondo le previsioni ISTAT 2021-2070) anche sul Pil nazionale, nonché regionale, per una perdita del 15,3%. Indispensabile quanto indifferibile, allora, riattivare e riprogrammare tenaci politiche per la natalità che ci traguardino verso un futuro demograficamente sostenibile».

I dati nazionali dei nuovi nati

In Italia i nati nel primo semestre 2022 rispetto allo stesso periodo del 2008 sono -34%, -3% rispetto al 2021 a conferma di una tendenza strutturale. Superiore alla media nazionale, in Veneto, è pari al -8% la perdita di nuovi nati tra gennaio e luglio 2019 e tra gennaio e luglio 2022. Secondo ISTAT un flebile segnale di speranza c’è: rispetto all’anno precedente nei primi cinque mesi del 2022 -6.212 nati a livello nazionale e -540 in Veneto ma nei successivi tre mesi, sempre nel raffronto con il 2021, +2.259 nati in Italia e +20 nati sul territorio regionale. 

I motivi dietro al mancato desiderio di "famiglia"

Al centro del cambio di rotta tra il fare figli e il non farne, c'è il poco sostegno da parte degli enti e delle istituzioni alle neo coppie e ai neo genitori. Uniti a servizi sempre più in discesa. «Il disinvestimento e la mancata presa in carico dei bisogni delle famiglie e delle coppie stanno già presentando il conto e la situazione potrà solo che peggiorare senza immediati e determinanti correttivi alle politiche in materia – continua Bordignon – Ad esempio i segnali in termini di potenziale forza lavoro sono chiari e ormai sotto gli occhi di tutti: mancano figure professionali in ogni settore produttivo. Scuola, sanità, e sistema impresa già scricchiolano. Il combinato disposto del crollo demografico con l’aumento della popolazione anziana porterà nel giro dei prossimi venti trent’anni, se non prima, alla tempesta perfetta, demografica e dunque sociale ed economica». Durante il forum si è parlato anche delle possibili soluzioni per far fronte a questo trend negativo. «La famiglia va promossa, sostenuta e tutelata – ha concluso il presidente del Forum Veneto – comprendendo in profondità che non è un giacimento di valore inesauribile. Dobbiamo evidentemente capovolgere il convincimento che la famiglia possa sempre cavarsela da sola, senza essere sostenuta nei suoi ruoli educativi, sociali, economici e relazionali. Questo ce lo confermano esplicitamente i dati. Siamo la Cenerentola d’Europa per risorse investite sulla famiglia: nel 2019 la Germania metteva 1.291,8 euro pro capite e la Francia 801,8. La media UE 27 era di 719,6 euro mentre l’Italia languiva a 332,3 euro pro capite. Istat ci dice che il Veneto è al di sotto di questa soglia e mette solo 200 euro, molto meno di Piemonte e Lombardia che superano addirittura la media nazionale, per non parlare del Friuli Venezia Giulia che raggiunge i 400 euro e dell’Emilia Romagna che oltrepassa i 500».

 

Ultimo aggiornamento: 17 Aprile, 22:55 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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