Elezioni a Treviso. Mario Conte contro Giorgio De Nardi, scintille in pubblico sullo stadio: volano parole grosse. Ecco cos'è successo

Gli ex del rugby hanno scritto una lettera ai due candidati a sindaco

Martedì 11 Aprile 2023 di Mauro Favaro
Elezioni a Treviso. Mario Conte contro Giorgio De Nardi, scintille in pubblico sullo stadio: volano parole grosse

TREVISO - Scintille elettorali attorno alla palla ovale. Altro che terzo tempo. Sabato è scoppiata la lite tra il sindaco leghista uscente Mario Conte e Giorgio De Nardi, candidato sindaco civico, sostenuto dal centrosinistra. Teatro dell'incontro ravvicinato lo stadio di Monigo, dove il Benetton Rugby ha strappato il pass per la semifinale di Challenge Cup. Chi era con De Nardi dice che Conte l'ha «urtato, spinto e provocato» gridando più volte in mezzo alla gente: «Questo è quello che vuole portare il calcio qui nella casa del rugby». Treviso Civica, lista che fa riferimento a Franco Rosi, parla di atteggiamento «da bulletti». Ma per Conte le cose non sono andate così: «Ho incrociato De Nardi e gli ho detto, testualmente, che prima di sparare idee strampalate sullo stadio farebbe meglio a cercare di capire quali sono i progetti e qual è il contesto».

Qualcuno sostiene che il primo cittadino abbia sintetizzato «idee strampalate» con il termine «boiate». «Mai detto», chiarisce lui.

Le scintille

Ad accendere la miccia è sempre la proposta di De Nardi di trasformare lo stadio Tenni in un parco con strutture sportive aperte a tutti, e con annesso parcheggio, spostando il Treviso Calcio o in coabitazione con il rugby a Monigo o in uno stadio nuovo da realizzare proprio accanto a quello di rugby, dando vita a un polo sportivo. Il candidato sindaco civico non intende soffermarsi troppo sullo scontro con Conte. «Sono molto amareggiato per i modi. Era pieno di gente: tutti hanno visto quello che è successo si limita a dire io sono andato via, ho lasciato perdere. Non mi sembra il caso di scendere a certi livelli». A stretto giro arriva la replica del primo cittadino: «Una volta è aggressivo e una volta fa la vittima. Sarebbe bello capire qual è il vero De Nardi spiega tra l'altro se non accetta nemmeno un confronto spontaneo allo stadio, inutile poi che chieda dei confronti formali». Ma Rosi, che sabato era con De Nardi e ha assistito alla scena, incalza. «Il sindaco era un po' sopra le righe. Si è rivolto a De Nardi in modo arrogante racconta in pieno contrasto con quanto detto il 7 aprile (durante le cerimonie per l'anniversario del bombardamento di Treviso, ndr) sull'importanza dell'uso delle parole». «Mai visto un sindaco atteggiarsi così. Se questa è la base, poi è difficile andare a dire ai ragazzi che dovrebbero comportarsi in un certo modo punge qualcuno dice che De Nardi non è abituato alla politica. Ma la politica non è questa cosa qui». La presa di posizione ufficiale di Treviso Civica è netta: «Il sindaco non è il padrone della città. Possono capitare a tutti momenti di esaltazione. Sarebbe bello però che si scusasse scrivono sarebbe bello poter essere sportivi fino in fondo, non solo davanti alle telecamere». Parallelamente benedicono l'idea di De Nardi sul trasferimento del calcio dal Tenni: «Poche e poco frequentate partite potrebbero essere spostare a Monigo. Bisogna avere coraggio per far crescere la città, non esser dei bulletti. Poi facile lamentarsi delle baby gang: bell'esempio certi adulti. Il dibattito deve essere civile, non serve insultarsi e dileggiarsi».

Gli ex rugbisti

Ieri dalla coalizione di De Nardi è arrivata anche una lettera aperta indirizzata a Conte firmata da una serie di ex rugbisti: «Caro sindaco, prima ancora che suoi avversari politici, siamo appassionati di rugby. Nel suo atteggiamento, nella terminologia usata, nei toni, nel luogo e nel momento scelto per l'attacco frontale a un avversario politico, noi non riconosciamo i valori dello sport la cui passione ci accomuna: il rugby che è sinonimo di correttezza, lealtà, rapporti umani che superano la contrapposizione sportiva - scrivono Giancarlo Bruzzolo, Giovanni Cecchetto, Paolo Cesca, Nicolò Longo, Tomaso Longo, Giorgio Troncon e Daniele Vaccari - speriamo che lei trovi il modo di discutere con gli altri candidati nel merito, senza urla e banalizzazioni. Perché il rugby è anche questo: concretezza e confronto con la realtà. Il rugby non lascia spazio a finzioni, pantomime e cortine fumogene». Una reprimenda che Conte rispedisce interamente al mittente. «Posso pure capire la strategia comunicativa di chi deve recuperare in vista delle elezioni. La scelta, però, è triste tira le fila vengano a vedere il rugby e stiano sereni».
 

Ultimo aggiornamento: 12 Aprile, 09:17 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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