Treviso. Fratelli d'Italia guarda alle prossime elezioni e avvisa la Lega: «Ora vogliamo i sindaci»

Mercoledì 28 Settembre 2022 di Paolo Calia
Fratelli d'Italia punta ora alle poltrone da sindaco

TREVISO - Nel mirino ci sono, nell’ordine: le comunali di Treviso (di un’altra decina di comuni) 2023 e, sopratutto, la mega tornata di elezioni amministrative del 2024 dove nella Marca andranno al voto più di 50 amministrazioni. E dove Fratelli d’Italia vorrà contare tanto quanto la Lega. Se non di più. Luca De Carlo, segretario regionale, lo dice chiaramente: «In quei comuni dove FdI può esprimere un candidato serio e valido, ci aspettiamo che questo possa avvenire e che venga appoggiato dagli alleati. Così come siamo pronti a fare noi in caso contrario. Siamo persone serie e la Lega lo sa perfettamente. Quando puntiamo su una persona, lo facciamo ragion veduta. Faccio un esempio. Quest’anno a Jesolo eravamo sicurissimi di avere individuato il candidato migliore. Abbiamo tentato di spiegarlo in tutti i modi ai nostri alleati che, però, non hanno voluto sentire ragioni e sono andati per la loro strada. Risultato? Al ballottaggio abbiamo stravinto».

Se non è un messaggio ai naviganti, poco ci manca. È finita l’epoca in cui era la Lega a scegliere i candidati e a chiedere, o pretendere, il sostegno degli altri: «Siamo alleati - precisa De Carlo - con gli stessi diritti». E se hai qualche voto in più, ovviamente, i diritti aumentano. 


I NUMERI
Nella Marca le elezioni di domenica scorsa hanno fatto girare il vento. Il 32% raggiunto da FdI, che ha doppiato una Lega precipitata attorno al 16%, rimette in gioco tutti gli equilibri. Da oggi i tavoli del centrodestra saranno molto più serrati, a dettare il ritmo non sarà sempre il Carroccio. «C’è la consapevolezza di essere cresciuti - afferma De Carlo - di aver lavorato bene. Il nostro partito è serio, ha incassato la fiducia della gente, prendendo voti sia dagli imprenditori che dagli operai. Saranno i nostri stessi alleati a offrirci il sostegno necessario a far vincere i nostri candidati, che poi sono i candidati della coalizione». 


LA CRESCITA
Nel 2018 FdI non superava il 4% a livello regionale, il 3% in provincia mentre a Treviso la lista messa in piedi a sostegno di Mario Conte non ha oltrepassato il 2%. «In quattro anni e mezzo siamo cresciuti del mille per cento - sottolinea orgoglioso Giuseppe Montuori, segretario provinciale - e non posso nascondere una certa soddisfazione. Il merito è stato ovviamente di Giorgia Meloni, ma anche del lavoro svolto in Veneto da De Carlo e dall’organizzazione sul territorio che ci ha permesso di intercettare vari tipi di elettorato. Siamo il partito che, in questa occasione, è stato votato da tutti». I numeri, al di là delle percentuali di voto, parlano di un partito in salute: 920 tesserati - «numero in salita considerate le richieste di tesseramento che vedo arrivare ogni giorno», osserva il segretario provinciale - quattro sindaci (Nicola Fantuzzi di San Polo di Piave; Arnaldo Pitton di Meduna di Livenza; Gloria Paulon di Segusino, Marco Dalla Pietro di Spresiano), più di settanta tra consiglieri comunali e assessori, una cinquantina di circoli in altrettanti comuni e una sede provinciale aperta da un mese in viale Terza Armata a Treviso. A funzionare è poi una macchina-partito organizzata con uno spirito aziendale dove ognuno ha un compito, un incarico. E se non ce l’ha, ha comunque il compito di alimentare il passa parola e avvicinare più gente possibile: «I nostri amministratori sono giovani, laureati, preparati. Penso che la nostra forza si stata quella di parlare la stessa lingua dei nostri interlocutori: se si incontrano imprenditori, abbiamo gente molto preparata su tutti i temi che possono interessargli. E lo stesso vale per i professionisti, i dipendenti, gli operai. Tanti nelle fabbriche e nelle imprese ci hanno votato perché abbiamo saputo intercettare le aspettative dei trevigiani e dei veneti che lavorano. E adesso ci prepariamo per i prossimi mesi».

Ultimo aggiornamento: 17 Aprile, 19:23 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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