Treviso. Fratelli d'Italia stravince ma niente festeggiamenti: ecco i diktat di Giorgia Meloni

Mercoledì 28 Settembre 2022 di Elena Filini
Giorgia Meloni stravince alle elezioni ma niente festa per Fratelli d'Italia

TREVISO - Deputato sorrida, per favore. «Devo proprio?». Facce serie, contegno sobrio al limite del dimesso. A fronte di una vittoria storica. Non si capisce se i neoeletti di Fratelli d'Italia abbiano il terrore da primo giorno di scuola in Parlamento, se non credessero di farcela, se a farla da padrona sia l'emozione o se semplicemente siano sfiniti da una campagna breve e serratissima. Lo spoglio delle schede ormai è finito. E il risultato è pieno: il partito è il primo in Italia. Non è contento? «Si, si certo, eccome» si affretta a chiarire il commissario provinciale Giuseppe Montuori.

E allora perchè quei musi lunghi? Giorgia ha serrato i ranghi: poche feste, niente allegria, testa bassa e lavorare. E tutti l'hanno presa alla lettera. Alla fine la fronte di Montuori si apre in un umano sorriso a favor di camera. Che è una cosa molto diversa dall'esultanza plateale. Su questo, tutti hanno capito: non è il caso. Quindi, si, c'è la soddisfazione. Ma niente libagioni.


FESTE AL BANDO
Era stato lo stesso Luca De Carlo, record man di preferenze nel collegio Treviso Belluno ad anticipare la linea. «Feste? Direi di no. Magari una bicchierata nel fine settimana. Ma per me, il massimo dello sballo in questi giorni sarà dormire». Vedi alla voce: vita spericolata. Sono lontani i tempi gaudens di una certa Dc, ma anche l'allegria da sagra paesana della Lega. Domenica sera, al K3 i militanti ancora ignari del cataclisma che stava per piombare sopra le loro teste, affettavano stancamente fette di soppressa senza bagni di folla.


LA DIRETTIVA
Il nuovo truppone in partenza per Roma sceglie invece l'austerity. Il perchè? Era quasi tra le righe ieri anche a Valdobbiadene. «Giorgia ci ha chiesto espressamente di evitare esibizioni di allegria chiassose, che anche solo lontanamente possano ricordare un passato a cui nessuno desidera più essere legato». E la base valdobbiadenese, che ha guidato una remuntada fino alle Europee considerata antistorica e sommamente improbabile, non ha fatto neanche troppa fatica abituata com'è al lavoro e al pragmatismo.


BASSO PROFILO
Prosecco, insomma, se n'è visto poco. E il massimo del dionisiaco è stata la maxi torta di Treviso con le insegne di Fratelli d'Italia per la fine della campagna elettorale. Poi più nulla: ringraziamenti, dichiarazioni d'intenti, ma vita notturna ridotta a zero. «L'indicazione del nostro segretario è stata chiara - conferma ancora De Carlo - in un momento così difficile per l'Italia, con un autunno pieno di incognite economiche bisogna mantenere il basso profilo». Intercettare la rabbia è anche questo. Rispettare chi davvero ha spostato i voti e l'ago della bilancia politica, la piccola e media impresa che oggi guarda a Meloni e ai suoi come ad un'ancora di salvezza. E certo non gradirebbe il ritorno del tempo dei nani e delle ballerine. O peggio ancora di un'esultanza muscolare che riesca di agitare scomodi scheletri nell'armadio.
 

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