​Figlia contesa, lei vuole stare con il papà. I giudici: «Resti con la mamma»

Giovedì 22 Giugno 2023
Figlia contesa, lei vuole stare con il papà - Foto di Marco Jean deOliveira Teixeira da Pixabay

TREVISO - Un divorzio e una bambina, minorenne, contesa. È questo il succo di una serie di pronunce che hanno interessato tutti i gradi di giudizio, davanti a Tribunale, Corte d'Appello e Cassazione.

Con gli ermellini che, alla fine, i giudici devono tenere in considerazione il benessere del minore. Anche se, a volte, va contro alla volontà espressa dallo stesso bambino.


LA STORIA
Ma andiamo con ordine. Il Tribunale di Treviso, modificando le condizioni di divorzio tra due ex coniugi, aveva disposto che la figlia minore, affidata in maniera condivisa ad entrambi i genitori, rimanesse invece prevalentemente presso l'abitazione materna. Una decisione che cambiava le carte in tavola e che il papà non aveva affatto digerito. Tanto è vero che, non condividendo la decisione assunta in primo grado, proponeva appello chiedendo, tra le altre cose, che venisse ascoltata direttamente la figlia. Nel corso di un'audizione, la minorenne aveva manifestato la volontà di trascorrere la maggior parte del tempo con il padre. Chiedendo, quindi, di modificare il regime di affido stabilito dal Tribunale. Ma i giudici d'appello di Venezia, pur avendo registrato la volontà della ragazza, disponevano la permanenza della figlia presso il padre il lunedì - come originariamente previsto - e il martedì fino alla sera dopo cena. Praticamente, senza tenere in considerazione le richieste della minorenne.


L'OPPOSIZIONE
Il papà, però, non si dava ancora per vinto. E, sul presupposto che era stato disposto un calendario di visita sbilanciato a favore della madre, si rivolgeva alla Suprema Corte. La Cassazione, esprimendosi in tema di affidamento e ascolto del minore, affermava che sebbene il giudice debba tenere debitamente conto della volontà della bambina, è altresì vero che non è obbligato a seguirla qualora ravvisi una contrarierà al miglior interesse della minore, ovvero il generale coinvolgimento della stessa nel conflitto genitoriale. Nel caso di specie, la Corte con ordinanza dell'8 giugno scorso, ha abbracciato in toto le ragioni espresse in sentenza dalla Corte d'Appello, ritenendo che il miglior interesse della minore vada individuato in una sua posizione di terzietà rispetto al conflitto genitoriale. E stabilendo, dunque, che la minore deve restare prevalentemente nella casa della madre. Una sentenza che, probabilmente, farà discutere e che pone in primo piano il benessere del minore anche contro la sua stessa volontà. (vl)

Ultimo aggiornamento: 12:02 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci