Dimissioni del sindaco a Castelfranco Veneto, Stefano Marcon in bilico per un solo voto

Inevitabilmente, ha lasciato anche il ruolo di presidente della Provincia

Martedì 4 Luglio 2023 di Mauro Favaro
Dimissioni del sindaco a Castelfranco Veneto, Stefano Marcon in bilico per un solo voto

CASTELFRANCO VENETO (TREVISO) - Manca una firma per far rientrare la crisi a Castelfranco. Il sindaco dimissionario Stefano Marcon, dimissionario anche come presidente della Provincia, ha chiesto una verifica di maggioranza per andare avanti in Comune senza più contare sui tre consiglieri del gruppo misto. “Patto di sangue”, è stato chiamato. Ma una consigliera della Lega non l’ha firmato.

E questo potrebbe far saltare tutta l’operazione, aprendo al commissariamento del municipio, e di conseguenza portando la Provincia a nuove elezioni (di secondo livello: votano solo gli eletti nei municipi) tra settembre e ottobre. 


LA SITUAZIONE
Sì, perché conti alla mano Marcon punta a serrare i ranghi di una maggioranza ristretta con l’obiettivo di continuare a governare il Comune di fatto con un solo voto di scarto. Si vedrà se poi davanti ai vari provvedimenti si aggiungeranno anche i voti dei consiglieri del gruppo misto, Stefano Pasqualotto, Giovanni Cattapan e Viviana Gatto. Con questa ultima, a quanto pare, è in corso un processo di riavvicinamento. Qualcuno assicura che le è stato prefigurato anche un posto in giunta al posto di uno tra gli attuali assessori Stefania Guidolin e Franco Pivotti. Ma Marcon, più che mai in rotta con gli altri due, oggi è alla ricerca di certezze. E solamente una maggioranza granitica potrebbe consentirgli di stare in piedi per un solo voto fino al 2025, scadenza naturale del suo secondo mandato da sindaco di Castelfranco.


LE CREPE
Sull’auspicato granito, però, si è subito aperta una crepa. Una consigliera comunale del Carroccio non ha sottoscritto il patto per rilanciare l’azione amministrativa. E per il sindaco dimissionario la mancata firma potrebbe fare tutta la differenza tra avere i numeri e non averli. In una parte della maggioranza di centrodestra ha suscitato qualche perplessità l’idea di imbastire l’operazione “un voto in più” contando anche Diego Giovine, consigliere comunale che dopo aver lasciato Fratelli d’Italia aveva dato vita al gruppo misto, tranne poi andarsene per continuare come indipendente, sottolineando di non avere nulla a che fare con i tre consiglieri che a suo giudizio «remano contro il sindaco». Dopo l’esplosione della crisi, invece, proprio Giovine ha ricordato di aver «sempre dato l’appoggio esterno al sindaco». Si dovrebbe continuare così, nonostante gli attriti con FdI. Fatto sta che sul più bello si è aperta una falla in casa Lega. 


LA SCADENZA
C’è ancora tempo per tirare le fila. Marcon ha tempo fino a metà luglio per ritirare le dimissioni. Ma si è già entrati nella settimana decisiva. «Bisogna stare molto attenti – sono le voci che girano nell’ambiente della maggioranza – governare con un solo voto di scarto è molto complicato. E l’opposizione è scaltra e navigata. Basterebbe un mal di pancia per far crollare tutto o per far saltare il numero legale in consiglio». In queste ore sono in corso trattative febbrili. Dopo la riunione di maggioranza di mercoledì scorso (senza il gruppo misto), questa sera ci sarà una riunione del Carroccio. E nei prossimi giorni andrà in scena una nuova verifica di maggioranza. Solo a quel punto si saprà con certezza chi ci starà o meno. Anche una sola defezione potrebbe far fallire il tentativo. E a quel punto, al netto di giravolte o sorprese clamorose, scatterebbe il commissariamento del Comune. Nel frattempo Marcon ha riabbracciato la Lega. Durante la festa con 150 leghisti organizzata venerdì a Ponzano, il sindaco ha ricordato i valori sui quali era nato il movimento. Ma le critiche politiche sembrano alle spalle. Ora bisogna trovare la quadra a livello amministrativo. E questo per il Carroccio spetta solo allo stesso Marcon.

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