Dieci segnalazioni di lavoro abusivo in due giorni. «Ma non è facile individuare i responsabili - chiarisce Andrea Gallo, comandante della polizia locale di Treviso - perchè spesso queste attività sono svolte in casa». E invece il lavoro nero crescerà di giorno in giorno. Parrucchieri, estetisti, gelatai, ristoratori, baristi. Senza tutele e senza controllo. La doccia fredda del Decreto Ministeriale del 26 aprile ha messo in moto la rabbia. E con la rabbia e la disperazione, il lavoro nero. «Arrivano messaggi di estetiste che si propongono per lavorare in casa con il kit pulito e igienizzato - spiegano i commercianti di Treviso Impresa Comune - noi non vogliamo fare delazione, evidenziamo il problema sicurezza. La gente ha bisogno di lavorare, ma così rischiamo di creare un ritorno della pandemia».
I CONTROLLI
Il sindaco Mario Conte, sul punto, è risoluto. «Ho chiesto alla polizia locale di fare controlli serrati. Non vogliamo multare nessuno, sia chiaro. Ma dobbiamo sensibilizzare i lavoratori. Questo non è il modo per risolvere i problemi. Dobbiamo cercare di resistere e di farci sentire tutti compatti». I controlli della polizia locale sono quotidiani e le autorità invitano a segnalare eventuali attività abusive al comando anche tramite email. «Tutte le segnalazioni vengono subito prese in considerazione e verranno effettuati immediati controlli» spiega Andrea Gallo. Che, però, onestamente spiega come non sia così semplice poter individuare i responsabili. «Ma questo è un ulteriore danno ad un sistema già in ginocchio», ribadiva Giannantonio Papa, responsabile provinciale acconciatori e parrucchieri per Confartigianato. Anche Moira Bardini, parrucchiera trevigiana, confrontandosi con altre colleghe, conferma che il fenomeno dell’abusivismo è diffusissimo, con persone che, in barba alle regole, vanno per le case a fare shampi e pieghe. Ha deciso quindi di creare un gruppo di Whatsapp per raccogliere segnalazioni e girarle, attraverso Cna alle autorità competenti, per arginare questa intollerabile illegalità. Acconciatrici ed estetiste chiedono di poter lavorare in sicurezza. Perché molte di loro la sicurezza anti-contagio nel loro negozio la possono già garantire. «Pettini, spazzole e mollettoni nel mio salone vengono disinfettati ogni giorno attraverso l’immersone in un disinfettante medicale e poi inseriti in uno sterilizzatore - racconta -. Abbiamo inoltre la sanificazione tramite l’ozono. Questi sono investimenti che ho fatto negli anni per garantire alle mie clienti la massima sicurezza. Non è giusto quindi che, con queste garanzie, il Governo non ci faccia riaprire».
IL RISCHIO
Anche la ristorazione e le gelateria sono a rischio deragliamento. «E' un momento mettere nella vaschetta i cucchiaini perchè il gelato possa essere consumato al parco o per strada.
Coronavirus. Lavoro abusivo, parrucchieri ed estestiste, ma anche gelatai: 10 denunce in 48 ore
Giovedì 30 Aprile 2020 di Elena FiliniMolti arrivano davanti al negozio fingono di telefonare metre in realtà ordinano sul posto». La Regione, nell'ordinanza correttiva di lunedì ha inventato l'escamotage del car delivery. E ieri è nato Zoona.it, il portale e-Commerce per supportare i negozianti di Treviso realizzato da Cricket Adv con il sostegno di Bcc Pordenonese e Monsile, per rendere più semplice e gestibile la consegna a domicilio, riavvicinando le persone al commercio al dettaglio e sostenendo i negozi di vicinato. La piattaforma digitale permette ai negozi di Treviso e provincia di aprire, senza difficoltà e con limitati costi di gestione, il proprio e-commerce. Una “vetrina virtuale” dove essere sempre presenti, in modo semplice, immediato e automatizzato.